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Tajani contro Salvini sul caso Macron. La risposta della Lega

domenica 24 agosto 2025

2' di lettura

"La politica estera la fanno il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri". Lo ribadisce, Antonio Tajani, vicepremier, leader di Forza Italia e soprattutto in questo caso ministro, appunto, degli Esteri. Il capo della Farnesina è l'ospite più importante della giornata al Meeting di Comunione e Liberazione in corso come ogni anno a Rimini e il suo intervento non può prescindere da un commento sulla querelle-Macron, che da caso diplomatico internazionale si è trasformato ieri in questione politica interna.

Il presidente francese nei giorni scorsi ha convocato l'ambasciatrice italiana a Parigi per comunicargli le sue rimostranze riguardo alle parole, definite "inaccettabili" di Matteo Salvini che aveva invitato ironicamente Macron stesso ad attaccarsi al tram ("Taches al tram", in milanese) e mettersi nel caso l'elmetto e andare lui in Ucraina. Un vigoroso "no", insomma, all'invio di truppe europee a difesa di Kiev. La posizione del governo italiano non è lontana da quella del leader della Lega, ma per così dire dialetticamente più sfumata.

"Se si devono far valere delle ragioni - sottolinea non a caso Tajani -, come ho detto, si vince con la forza delle idee, non con la violenza delle parole". "Io uso sempre toni calmi: bisogna sempre ricordare che la forza delle idee in politica conta più della violenza delle parole - ripete -. Quindi se si vuole vincere, bisogna usare la forza delle idee. Quello che io ho sempre cercato di fare per prevalere".

Dalla Lega, in mattinata, arriva una stringata ma esaustiva nota: "Con assoluta fermezza, pacatezza, gentilezza e buonsenso ribadiamo: mai soldati italiani a combattere in Ucraina o in Russia. No a eserciti europei o debiti europei per comprare armi". 

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