Dimenticate la simpatia o l’antipatia, la vicinanza o la distanza, la destra o la sinistra. Ci sono frasi che i politici – tutti – pronunciano per sfacciate ragioni di propaganda, e poi ce ne sono altre che invece – per magia – riescono a cogliere un punto di verità, di onesta fotografia della realtà. Questa seconda ipotesi si è realizzata ieri nella premessa dell’intervento di Giorgia Meloni al Meeting di Rimini, forse ancora più rilevante delle singole affermazioni sui vari dossier di politica estera e di politica interna: «Il campo in cui abbiamo dimostrato di voler stare – ha sostenuto Meloni – non è quello delle ideologie, delle utopie, di chi vuole modellare la realtà: il campo che abbiamo scelto è il campo del reale». Insomma: pragmatismo contro ideologia, e connessione contro sconnessione rispetto ai sentimenti e alle ragioni delle persone comuni. Ecco, proprio l’immigrazione è il terreno dove questa distanza, e – diciamolo pure – questa alternativa secca tra governo e opposizione non potrebbe essere più forte, più radicale. Al punto da fare a pezzetti il neoqualunquismo furbetto di chi la butta sul “votare non serve”, sul “tanto sono tutti uguali”.
Eh no, sul terreno dell’immigrazione, destra e sinistra italiane stanno davvero agli antipodi. Meloni ieri ha alzato la voce: «Voglio dire con chiarezza che ogni tentativo che verrà fatto di impedirci di governare il fenomeno dell'immigrazione illegale verrà rispedito al mittente: non c'è giudice, politico o burocrate che possa impedirci di fare rispettare la legge dello stato italiano, di garantire la sicurezza dei cittadini, di combattere gli schiavisti del terzo millennio e di salvare vite uma ne». E – a onor del vero – non era un comizio o una strillata propagandistica, mala rivendicazione, cifre alla mano, di un lavoro vero. È sufficiente uno sguardo al cruscotto statistico del Ministero degli Interni per confrontare gli sbarchi di due anni fa (dal 1° gennaio al 27 agosto 2023) con quelli di quest’anno (stesse date, stessi otto mesi): 113mila contro 42mila, ben oltre il 60% in meno.
E se ci limitiamo al confronto “agosto contro agosto”, siamo a poco meno di 26mila sbarchi (due anni fa) contro poco meno di 5mila (quest’anno). Un successo rotondo. Eppure, proprio su questa materia, significativamente, nonostante un evidente e certificato consenso dei cittadini verso la linea di contrasto all’immigrazione clandestina, si concentra l’opposizione più forte: da parte della sinistra e da parte dei settori più militanti della magistratura, a loro volta letteralmente scatenati. È come se gli avversari più irriducibili del governo avessero scelto il terreno di maggior rischio: ma – ecco forse il calcolo – nella speranza di bloccare il centrodestra proprio sull’operazione politica più popolare. Intanto, esattamente mentre Meloni parlava a Rimini, ieri facevano rabbia e pena, suscitavano un curioso mix di irritazione e tenerezza le immagini della pattuglietta piddina a bordo della nave dell’ong Mediterranea: una deputata – sia consentito – sconosciuta anche ai parenti stretti, e un pugno di burocratini di partito, tutti lì a recitare le loro stanche giaculatorie: l’«accoglienza diffusa», le «fragilità», l’«accanimento contro le ong» da parte delle destre, il governo che «soffia sulle paure», la necessaria «umanizzazione dell’accoglienza». Con rispetto parlando, un gigantesco, noioso, inconsistente «gné gné»: una lagna fastidiosa, spaventosamente lontana dalla realtà. Realtà che – notoriamente spietata – si è materializzata un’altra volta questa settimana in un parco romano, con lo stupro di una signora sessantenne da parte di un immigrato gambiano. E realtà che – di nuovo – si impone perentoria nei dati degli ultimi mesi sulla criminalità, con circa l’8% di stranieri residenti in Italia coinvolti più o meno nel 34% dei reati (con punte particolarmente odiose: circa un furto o una rapina su due, e oltre il 40% delle violenze sessuali). Non si tratta – come si vede – di piegare le cifre a una narrazione, di “torturarle” per estrarre ciò che è funzionale a un racconto cattivista. Semmai, per anni, si è fatto l’inverso: ci si è bendati pur di non leggere quelle cifre eloquenti, nel tentativo di gettare fumo negli occhi degli italiani. Meloni e Salvini (che si è anche beccato processi non ancora conclusi per questo) si sono meritoriamente incaricati di buttar via quelle bende. Il Pd, invece, sta ancora con gli occhi chiusi, anzi sigillati.