"Dov'è la consigliera Noemi Petracin?", si è chiesto qualcuno in un consiglio circoscrizionale di Torino, dove la maggior parte dei partecipanti ha assistito alla riunione da remoto. "Starà facendo un pomp***”, la risposta sprezzante di un collega di partito, non accortosi di aver lasciato il microfono aperto. Questo è quanto accaduto ieri, giovedì 11 settembre, nella seduta della Circoscrizione Otto del Comune di Torino dove un consigliere del Pd ha rivolto degli insulti sessisti a una sua compagna di partito.
A denunciare l'accaduto è stata la setta Noemi Petracin, consigliera del Partito democratico, che ha fatto il nome anche dell'autore dell'insulto sessista: Dario Pera, un suo collega di partito. Il dem, dal canto suo, si è giustificato usando una scusa alquanto discutibile: "Stavo parlando con mio cugino, è una parola che non c’entra niente né con la collega né con il consiglio. Parlavo con mio cugino. Con Petracin ci siamo anche chiariti”.
Non è dello stesso avviso la Petracin: "Il commento del collega di partito Dario Pera è stato chiaro e inequivocabile, come si sente dalla registrazione. Ecco l’ennesimo esempio di come alcuni si sentano legittimati ad utilizzare la sessualità per fare ironia sulle donne. È disgustoso sentire ancora battute di questo tipo nel 2025 ed è inaccettabile che questo avvenga in un contesto pubblico e istituzionale, di fronte a una collega nella sua veste di amministratrice. Ritengo questo atteggiamento non compatibile con un ruolo nelle istituzioni e non intendo lasciar correre perché se non c’è rispetto non può esserci alcun tipo di collaborazione, men che meno quella politica per il bene della città. Bisogna denunciare pubblicamente per dire basta a linguaggi e metodi maschilisti e patriarcali che sviliscono il ruolo delle donne e qualificano chi li pronuncia non chi li riceve”.
Il Partito Democratico, intanto, ha chiesto le dimissioni di Dario Pera e valuta anche di allontanarlo dal partito. Per il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Claudio Cerrato, “siamo chiamati a difendere la dignità delle persone e la credibilità delle istituzioni, respingendo con decisione ogni forma di sessismo e discriminazione”.