Anche dal Quirinale è partito un messaggio agli attivisti della Global Sumud Flotilla: fermatevi prima che la situazione sfugga di mano e possa degenerare in tragedia. Questo, tra le righe, il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Parole a cui ora è attesa la risposta dei pro-Pal imbarcati alla volta di Gaza, che nelle ultime ore hanno rifiutato qualsiasi mediazione: puntano a entrare nelle acque israeliane, vogliono forzare il blocco navale imposto dal governo guidato da Bibi Netanyahu per "rompere l'assedio" alla Striscia. Il rischio, però, è quello di un incidente militare con conseguenze politiche e diplomatiche a oggi difficilmente prevedibili.
"Il valore della vita umana, che sembra aver perso ogni significato a Gaza, dove viene gravemente calpestato con disumane sofferenze per la popolazione, richiede di evitare di porre a rischio l'incolumità di ogni persona - è la premessa del presidente Mattarella nel suo messaggio alla Flotilla -. A questo scopo e al fine di salvaguardare il valore dell'iniziativa assunta - valore che si è espresso con ampia risonanza e significato - appare necessario preservare l'obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza".
"Mi permetto di rivolgere con particolare intensità un appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme - anch'esso impegnato con fermezza e coraggio nella vicinanza alla popolazione di Gaza - di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza", aggiunge il capo dello Stato.
L'appello del Patriarcato, formalmente rifiutato dalla Flotilla, era di consegnare gli aiuti umanitari per Gaza a Cipro, affinché questi possano venire consegnati in sicurezza ai palestinesi. Anche il governo e le autorità militari israeliane hanno dato il loro via libera all'iniziativa, ma il no degli attivisti pro-Pal ha complicato nuovamente la situazione dimostrando la loro vera intenzione: alzare il livello dello scontro a un livello puramente politico e ideologico.