Matteo Ricci ha il volto tirato. Quando si presenta davanti ai giornalisti ammette pienamente la sconfitta. Ma le sue parole hanno il sapore della rosicata ma anche dell'accusa, nemmeno troppo velata verso quel campo largo che l'ha sostenuto.
"Abbiamo costruito un progetto di cambiamento per le Marche perché siamo molto preoccupati, ma i marchigiani hanno scelto la continuità, sapevamo che era una battaglia complicatissima, mi sono messo a disposizione di questo progetto, ho dato il 200 per cento di quello che potevo dare e penso si sia visto", ha detto Ricci in conferenza stampa commentando i dati delle regionali nelle Marche.
"Le forze in campo sapevamo che erano sbilanciate, per ogni nostro manifesto ce ne erano sei degli altri, è stata una lotta impari dal punto di vista delle risorse", ha aggiunto Ricci che poi ha ringraziato i leader politici, "Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli e Matteo Renzi" assieme ai militanti, "vi voglio bene con tutto il mio cuore, avrei voluto dare una soddisfazione oggi, ma non ci siamo riusciti. Ora dobbiamo tenere unita questa coalizione". Insomma Ricci non fa nemmeno un mea culpa per aver polarizzato la campagna, negli ultimi giorni soprattutto, sulla guerra a Gaza. Anzi, rivendica la scelta: "Campagna elettorale su Gaza? Lo lo rifarei domani mattina, un amministratore deve stare coi piedi sulla sua terra, ma con la testa sul mondo". Ma a quanto pare, giudicare dal risultato, il messaggio non è proprio arrivato...