Qualcuno a sinistra ha capito che per contrastare la deriva (perdente) della linea barricadera e movimentista di Elly Schlein serve recuperare un po' di moderazione e buonsenso. Silvia Salis, da pochi mesi sindaca di Genova, si muove con disinvoltura in questa direzione e c'è chi pensa che abbia già lanciato un'Opa sul Nazareno e su tutto il campo largo, di cui potrebbe diventare la carta a sorpresa da giocarsi alle prossime elezioni politiche. Una aspirante premier, sempre molto attenta alle aperture e alle chiusure, che però sta già iniziando a perdere un po' il controllo.
Nell'intervista su Repubblica, l'ex lanciatrice del martello azzurra regala parole molto equilibrate su Flotilla, a differenza dei compagni di coalizione: "È necessario esserci, manifestare, è qui la parte giusta della storia. È diventato necessario anche fermare i traffici di armi per Israele nei nostri porti", sono le concessioni dialettiche alla sinistra. Poi però si richiama alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, schema perfetto per chi aspira ad alte vette politiche: "L'atto politico simbolico c'è stato, e fortissimo, ma può continuare solo nella certezza che tutti siano al sicuro".
"A qualcuno fa comodo raccontare queste piazze come frange radicali e sinistre estreme, ma con me c'erano anche il vescovo e i passeggini, portuali e studenti, scout e collettivi. Io ho solo detto Palestina libera e stop al genocidio, e invitato a non avere paura a usare queste parole. Mi definisco una persona progressista che non può rimanere indifferente. Dovrebbero esserci tutti, i miei colleghi sindaci, in piazza. A prescindere dal colore", è l'invito della Salis attenta a non rompere il campo pro-Pal dei progressisti. Poi però aggiunge: "La folle azione militare di Israele, ormai da tempo, non ha più neanche quello. È fuori da ogni regola del diritto umano e dell'interlocuzione internazionale, siamo ben oltre lo stato di guerra. La situazione della Flotilla è sempre più pericolosa, io penso dovrebbero tenere in considerazione l'appello alla cautela di Mattarella". E fermarsi, insomma, prima di entrare nelle acque territoriali israeliani. Forzare il blocco significherebbe, come ha sottolineato anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, a conseguenze potenzialmente "drammatiche".
Inevitabile però una domanda sulle sue aspirazioni da leader nazionale, a scapito del suo ruolo di sindaco, le contesta l'opposizione cittadina. E qui la Salis sbrocca: "Eviterei di rispondere al benaltrismo e al populismo grottesco di certa destra, anche perché a Genova dedico 12 ore di lavoro in ogni mia giornata. Ma perché questo dovrebbe impedirmi di posizionarmi e avere le mie idee su quello che succede nel mondo, nello stesso mondo di cui fa parte la mia città?".