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I politici raccomandati mollano i compagni

Scotto, Scuderi, Corrado e Croatti atterrano a Roma: gli altri sono ancora in Israele. Insulti ai progressisti sul volo
di Francesco Storace sabato 4 ottobre 2025

3' di lettura

C’è casta per te. Siamo contenti di poter tornare a raccontare le eroiche gesta nei palazzi della politica dei parlamentari del Pd Arturo Scotto e Annalisa Corrado, del pentastellato Marco Croatti e della compagna Benedetta Scuderi, di Avs, anche se si sono beccati una gragnuola di insulti dai passeggeri del volo in partenza da Tel Aviv. «Perché non li abbiamo lasciati nuotare da Israele all’Italia?» avrebbero detto alcuni presenti, dopo che l’asssistente di volo ha ricordato al microfono: «Ci sono quattro persone a cui dobbiamo ricordare che Am Israel Hai (Il popolo di Israele vive, ndr), con applausi a bordo.
Tutti e quattro i deputati grazie a Dio e a chi non ammetteranno mai- sono tornati liberi in Patria dall’illusoria missione in barca a vela verso le irraggiungibili spiagge di Gaza. E qui non stiamo certo a parlare dei beni alimentari che non si sarebbero trovati sulle imbarcazioni.

Ma siamo abbastanza convinti che Israele abbia ceduto alle insistenze di governonon diciamo quale - e li ha fatti ripartire da Tel Aviv. A Roma hanno trovato le braccia della Schlein, di Bonelli e Patuanelli (si saranno allontanati dagli scioperanti per abbracciare i naviganti). Ma tutti gli altri? La quarantina di italiani che non sono andati a lavorare per oltre un mese pur di arrampicarsi sulle barche della Flotilla, devono aspettare perché non sono onorevoli? Come ci saranno rimasti i compagni di viaggio che speravano di tornare assieme a loro? Ci hanno insegnato da piccoli che il capitano lascia per ultimo la barca che a?onda. Ora, si tratta di un aereo e per fortuna non è precipitato, ma un gesto dai parlamentari ce lo saremmo aspettati. «Grazie del pensiero, ne siamo onorati, ma saliamo a bordo dopo tutti gli altri della ciurma».
 

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Macché, non si sa nemmeno se avranno guardato indietro dall’aereo per capire che fine avessero fatto. Eppure sarebbe stato doveroso. D’accordo che nei momenti più brutti e tesi della missione si sono dichiarati osservatori e non promotori, ma in casi del genere oltre alle dirette social ci s’impegna anche per non dare l’impressione di mollare la compagnia. Certo, poi il pensiero, ma a Roma è con i piedi ben saldi sulla terra italiana, lo hanno fatto ma non si sono sicuramente sacrificati per la causa... Tanto più che tra gli accoglienti della truppa rossa c’era pure il compagno Gualtieri che anziché occuparsi di una città stremata dal caos ha preferito aeroporto e telecamere al Campidoglio. Il sindaco dovrà tornare in aeroporto al ritorno degli altri? Mah. Per fortuna che agli altri italiani rimasti in Israele ci sta pensando il governo, col ministro Tajani che ha chiesto con la nostra ambasciata di Tel Aviv di poter utilizzare un volo charter per tutti i nostri connazionali, che sono comunque in buone condizioni. E questo a dispetto di chi giurava che i nostri governanti se ne fregavano. Tutt’altro, e va detto con chiarezza e a merito delle nostre istituzioni. Poi, per carità, tutto si può spiegare e anche la liberazione anticipata degli onorevoli, ma resta l’amaro in bocca di fronte ad un trattamento di?erenziato. Perché tale rimane pur volendo accampare chissà quali giustificazioni. Si percepisce un senso di ingiustizia, perché se cittadini comuni o comunque attivisti volontari restano più a lungo in condizioni peggiori rispetto ai parlamentari in questione ma con le stesse identiche “imputazioni”, come fai a togliere dalla testa delle persone che ci sia stato un trattamento di favore. Tanto più che se fosse stato il governo a garantire per gli onorevoli non si è sentito nemmeno un grazie da loro...

Assenza di solidarietà verso i membri della Flotilla rimasti nello Stato ebraico, assenza di gratitudine verso il governo: ma come sono questi parlamentari della sinistra italiana? Invece, proprio in casi simili è obbligatorio un surplus di trasparenza. Quali sono le ragioni per cui c’è chi parte prima e chi resta laggiù? Certo, il costituzionalista amante del parlamentarismo pronuncerebbe con i suoi bizantinismi l’ode del privilegio trasformato in diritto per un rimpatrio più rapido legato a strumenti politici e istituzionali a cui tutti gli altri non accedono. Ma non è comprensibile ai comuni mortali e crediamo anche tra i sostenitori della missione chiamata Flotilla. Se tutto questo non viene chiarito bene, il passaggio alla storia di Scotto e compagnia sarà senz’altro rimandato ad imprese degne di maggior considerazione.

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