Ma come vi permettete? Anzi, meglio: ma come osate? Chi siete per offendere l'Italia (peraltro maggioritaria) che non sta con voi? Ecco Maurizio Landini sulle piazze pro Pal: «Persone perbene stanno facendo quello che i governi e gli stati hanno fatto finta di non vedere o di cui addirittura sono complici». A parte il lessico scombiccherato, sorge una domanda: ah sì? E quindi chi non è in piazza con Landini non sarebbe “perbene”, o non lo sarebbe altrettanto? A ruota, non può mancare Elly Schlein: «In piazza un'Italia migliore di chi la governa». Ah sì? E quindi il governo scelto dalla maggioranza degli italiani sarebbe illegittimo? Peggio ancora: se in piazza, secondo Elly, c'è l'Italia «migliore», chi invece non sfila, chi non regge striscioni, chi non urla slogan sarebbe forse parte dell'Italia «peggiore?».
E naturalmente sulla stessa linea c'è puro Giuseppe Conte: anche per lui quella che sfila è «L'Italia migliore». Dunque tutti gli altri, inclusi voi lettori di Libero (questo è ovvio), siete e siamo i «peggiori?». È l'ora di dire che questo metodo, questa insopportabile pretesa di superiorità etica, oltre che infantile e ridicola, è la spia di una profonda attitudine antidemocratica della sinistra. Non riuscite più a vincere nelle urne? E allora si mettono a dividere la lavagna in “buoni” e “cattivi”, in “legittimati” e “squalificati”, in “sensibili” e “insensibili”. Loro, naturalmente, sarebbero quelli buoni e giusti, quelli sensibili, quelli “caring”, quelli che si prendono cura degli altri. E noi invece? Noi che non stiamo con loro saremmo per definizione cattivi, insensibili, “complici”, “nasty”, anzi sadicamente malvagi.
Il che - diciamocelo - fa un po' ridere. In democrazia, è il popolo che dà le pagelle ai politici attraverso le elezioni, non il contrario. È un segno di infantilismo politico perdere le elezioni e stabilire che la quota maggioritaria di cittadini che hanno deciso diversamente deve essere eticamente considerata di “serie b”. Ma - pensandoci meglio - la voglia di sorridere passa velocemente. Perché, nel momento in cui la sinistra si colloca su un piedistallo morale, è come se contemporaneamente si autoattribuendo un “ombrello” anche legale, un lasciapassare politico e giuridico per qualunque tipo di azione. Ci sarà qualche violenza di piazza? Beh, in fondo sarà stato per una causa nobile e giusta. Ci sarà qualche illegalità?
Beh, sarà senz'altra colpa di qualcun altro: colpa di Meloni, colpa di Salvini, colpa di Trump, colpa di Netanyahu. Capite bene che, per questa via, con questo tipo di slittamenti logici, ogni atto diventa giustificabile, e ogni ribaltamento delle cose diventa plausibile. Noi sappiamo bene invece - che questi irresponsabili cercano l'incidente, o almeno non lo escludono. E sono già pronti, se disgraziatamente accadrà, a colpevolizzare il governo e le forze dell'ordine. Prepariamoci dunque a evitare il peggio, e soprattutto a non farci imbrogliare dai loro inganni, da questi giochini rozzi ma insidiosissimi. Proprio come loro.