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Che pena i compagni in piazza contro i militari

Mentre tutta Europa si arma, la nostra opposizione vuole disarmare l'Italia. Lo slogan è: facciamo più ospedali. Certo, senza esercito ce ne serviranno moltissimi.
di Pietro Senaldi mercoledì 5 novembre 2025

3' di lettura

Mettiamo dei fessi nei nostri cannoni. La marmaglia pacifista e pro-Pal, che ha contestato le Forze Armate nel giorno della loro festa con una virulenza senza precedenti, è lo specchio dell'incoscienza di quella parte del Paese che dice di voler risolvere le guerre del mondo con il dialogo ma poi scende in piazza a vomitare insulti e idiozie. Alla celebrazione ufficiale ad Ancona, oltre al ministro della Difesa, Guido Crosetto, c'era Sergio Mattarella, che da Costituzione è anche il capo delle Forze Armate, mentre il premier Giorgia Meloni ha presenziato con il presidente della Repubblica alla cerimonia all'Altare della Patria. Questo ha comportato che nessuna voce a sinistra si sia levata a fare da eco ai deliri di chi ieri ha chiesto di dismettere il nostro esercito e sostituirlo con la Flotilla.
Non significa che buona parte dell'opposizione non abbia responsabilità morale nelle proteste di ieri, che non hanno turbato il governo ma senz'altro hanno fatto felici Hamas e Vladimir Putin.

Per speculare qualche voto, come ha detto Crosetto giorni addietro, c'è chi attacca la politica estera del centrodestra, che in realtà non fa altro che proseguire sulla linea atlantista e di amicizia con Israele che l'Italia ha sempre avuto. La conseguenza è che chi oggi attacca le nostre divisioni sente di avere copertura politica. La cosa grave è che chi riempie di scemenze la testa di chi va in piazza, in realtà poi non ne ha il controllo. Sono passati i tempi della sinistra che conoscevano a uno a uno i volti della protesta antagonista. Oggi i politici inseguono la protesta anziché condurla, così come la Cgil di Maurizio Landini è costretta a protestare ogni sabato per non farsi sorpassare dai comitati di base. Infatti le loro parole sono vuote, come gli slogan degli antagonisti. I pro-Pal vogliono sostituire le Forze Armate con la Flotilla in nome del pacifismo?

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La memoria dei protestatari di professione è corta. Non è passato neppure un mese da quando gli eroi salpati alla volta di Gaza hanno implorato la scorta della Marina Militare perché la loro scampagnata mediterranea non finisse in tragedia. Facile fare i pacifisti con gli incrociatori che ti proteggono la schiena. Se il carosello ha avuto un buon epilogo è grazie ai buoni rapporti che il governo italiano ha saputo mantenere con Israele, malgrado la ferma condanna che l'Italia ha più volte fatto degli eccessi della guerra a Gaza. I flottillanti di ieri sembrano navigare fuori dal tempo, forse nostalgici di quando al Ministero della Difesa c'era la signora Elisabetta Trenta, una hippie più che una donna di governo.

I maligni sostengono che insistesse per portare il cane sull'auto di servizio e che neppure Aristotele sarebbe riuscito a farla ragionare sull'opportunità del desiderio. Lo sconcerto dei pacifisti extraparlamentari, e di quelli in Parlamento, strane figure di profeti del disarmo, visto che passano il tempo a farsi la guerra tra loro, è che adesso in via XX Settembre c'è un ministro vero, che prende sul serio il proprio incarico. Per di più, ohibò, Crosetto lavora in piena armonia con il Quirinale, dove risiede un presidente che era titolare del dicastero a tempi dell'immediato dopoguerra in Serbia e Kosovo e che ha lasciato un segno, riorganizzando il ministero e rafforzando la collaborazione delle forze armate italiane con la Nato e l'Unione Europea.

Mentre le socialdemocrazie scandinave ormai non si chiedono più se, bensì quando la crisi con la Russia degenererà e porterà la guerra ancora più a Occidente, in Italia conviviamo con un'opinione pubblica che si permette di attaccare le Forze Armate nel giorno della loro festa. Se alle prossime Politiche vincerà Elly Schlein, rischiamo di affrontare il problema con alla Difesa Marta Bonafoni, Veronica Baldino o Angelo Bonelli, che sarebbero comunque meglio di Maurizio Landini, Cecilia Strada o Ilaria Salis: è questo il parterre che la sinistra offre per farsi sentire nello scenario mondiale delle grandi potenzialità. Un coro di inadeguati che continuano a ripetere che Giorgia Meloni è l'attendente di Donald Trump ma che, se fossero al posto di lei, finirebbero per fare gli utili idioti di Putin e Xi Jinping ancora di più di quanto non lo facciano adesso. Mentre tutta Europa si arma, la nostra opposizione vuole disarmare l'Italia. Lo slogan è: facciamo più ospedali. Certo, senza esercito ce ne serviranno moltissimi.

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