Altro prestigioso riconoscimento dalla stampa internazionale per Giorgia Meloni. Alla faccia dei "gufi" di casa nostra, infatti, anche il prestigioso Financial Times, la Bibbia dell'informazione economica mondiale, ha riconosciuto al governo di centrodestra il grande lavoro svolto fino a questo momento, celebrando tre anni di successi.
Un bilancio, quello del FT, che passa dai numeri: nel 2022, quando Meloni arrivò a Palazzo Chigi (prima donna nella storia della Repubblica) la differenza dello spread sui titoli di Stato decennali tra Italia e Francia era dell'1,8%. Un rapporto che oggi non solo si è accorciato, ma addirittura ribaltato con la Francia a inseguire l'Italia. Il miglioramento del versante finanziario è legato in maniera inscindibile alla stabilizzazione della situazione politica, tanto da invitare tutta l'Europa a imitare la disciplina dimostrata dall'Italia.
Si ricorda poi come secondo il Fondo monetario internazionale, il rapporto tra debito pubblico e Pil si stabilizzerà ai livelli attuali, intorno al 127%, per i prossimi cinque anni. Insomma, addio al ruolo di "anello debole" d'Europa. E la conferma arriva da chi non vive di ideologia o simpatie politiche, ma di puro e semplice business: negli ultimi 5 anni gli investitori hanno scommesso pesantemente sull'Italia, con l’indice di riferimento Ftse/Mib in rialzo circa del 120%, contro un aumento del 60% per l’indice Ftse Eurofirst 300 nel mercato europeo.
La nuova centralità italiana nel mondo emerge anche da un altro "dettaglio". "Ho ascoltato prima in streaming il vice-presidente e commissario europeo Stephane Sejourné, e dalle sue parole si capisce che siamo in un momento decisivo, così come emerso già nella decisione che è stata assunta ieri dal Consiglio Ambiente, la piena condivisione dei leader politici - ricorda Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenendo al Forum Trilaterale di Confindustria in corso a Roma -. Secondo il Financial Times di oggi l'Italia ha avuto un ruolo spropositato, una posizione condivisa dalla stragrande maggioranza dei Paesi europei".
"Una posizione importante - sottolinea il ministro - proprio perché assunta in quella sede, su un argomento centrale come quello del clima. Una posizione finalmente pragmatica, flessibile, realistica e basata sul principio della neutralità tecnologica". "Sono state accolte tutte le nostre richieste principali: è stata innalzata dal 3 al 5% la possibilità di ricorso a crediti internazionali, è stata introdotta la possibilità di rivedere il regolamento sul clima ogni due anni. E per la prima volta sono menzionati in maniera esplicita, tanto più importante perché in Consiglio Ambiente, i biocarburanti", conclude Urso.