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Fazzolari, l'accusa a Ranucci: "Report impossibile da battere in tribunale"

di Redazione giovedì 6 novembre 2025

3' di lettura

Impossibile battere Report in tribunale: "Sigfrido Ranucci gode di totale impunità". Intervistato dal Corriere della Sera, Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, conferma l'intenzione di voler denunciare il giornalista per quanto emerso nelle ultime ore ma ammette anche le sue inquietudini.

L'accusa di aver attivato i servizi segreti per spiare Ranucci, spiega l'esponente di Fratelli d'Italia e braccio destro della premier Giorgia Meloni, è "troppo grave" per essere lasciata cadere. E "inquietante" è l'ipotesi fatta aleggiare che ci sia un collegamento tra l'attentato con bombe carta subito dal giornalista due settimane fa e il governo come mandante. Per questo Fazzolari replica non per difendersi, semmai per attaccare: "Mi auguro che la Procura di Roma stia facendo tutto il possibile per individuare, in tempi brevissimi, i responsabili di un atto così grave. Perché è evidente come qualcuno stia cercando di strumentalizzare questo ignobile episodio per attaccare il governo, facendone a tutti i costi una questione politica".

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"Prima la Schlein - spiega - dice che con il centrodestra al governo la democrazia è a rischio e i giornalisti subiscono attentati. Poi Scarpinato, esponente di spicco del M5s, va addirittura in Antimafia a chiedere al conduttore di Report se c'è un nesso tra quell'attentato e un esponente del governo, il sottoscritto. Direi che il limite della decenza è stato ampiamente superato".

A marzo, al Parlamento europeo, Ranucci l'aveva accusato di aver ordinato ai servizi di spiarlo: "Ho annunciato un'azione legale, accompagnandola all'offerta di una possibile mediazione. Mi sarei fermato se Ranucci avesse smentito. Lui ha rifiutato e ieri, con l'aiuto di Scarpinato, ha messo in scena un altro grottesco siparietto. Se ti viene chiesto se c'è un collegamento tra l'attentato che ti ha colpito e un esponente del governo, la risposta dovrebbe essere molto chiara: 'no'. Ranucci, al contrario, ha chiesto di secretare la sua risposta, alimentando così il sospetto che quel collegamento ci fosse davvero".

"Se non andassi avanti con un'azione legale - spiega il sottosegretario -, finirei con l'avvalorare le accuse di Ranucci. Se invece scegliessi di tutelarmi, verrei accusato di intimidire la stampa. Immagino già i titoli di certi giornali e il tenore del dibattito in alcune trasmissioni". Le accuse sono "troppo gravi per farle cadere nel vuoto. Valuterò cosa fare, anche se da più parti mi viene detto che è quasi impossibile ottenere giustizia in tribunale con Report. Io mi rifiuto di credere che sia così, ma non aiuta l'immagine di un giornalista con numerose querele che riceve la standing ovation da chi dovrebbe giudicarlo con imparzialità".

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"Nessuno è al di sopra della legge e io ho troppo rispetto della magistratura per pensarlo - suggerisce ancora Fazzolari -, ma è evidente la disinvoltura con la quale Report fa il suo lavoro. Troppo spesso abbiamo visto inchieste infarcite di accuse totalmente infondate, costruite solo per colpire qualcuno con la tracotanza di chi non teme conseguenze legali". In questo contesto, Report è stato sanzionato sul caso Sangiuliano, con polemica su Ghiglia: "Un'altra assurdità - sottolinea l'esponente di FdI -. I componenti dell'Autorità sono stati eletti nel 2020, durante il governo giallorosso. E in questi anni nessuno ha dubitato della loro imparzialità e autorevolezza. Sul caso specifico, il voto di Ghiglia è stato ininfluente, perché i componenti del Garante sono quattro e il voto del presidente, che è una personalità di certo non espressione del centrodestra, vale doppio". Nel merito, conclude Fazzolari, "ho condiviso la decisione del Garante, frutto di un'istruttoria e di una valutazione basata sulla legge. Ma ciò che conta è che un'autorità indipendente venga messa in discussione e squalificata, perché ha emesso una decisione sgradita a Report. Non vorrei che il messaggio sia: non toccate Report se non volete subire il linciaggio mediatico".

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