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Chiara Appendino a Libero: da sinistra dico, facciamo di più per la sicurezza

L'ex sindaca di Torino scrive a Libero: "I progressisti hanno paura di parlare del tema sicurezza, oggi serve un approccio pragmatico per aiutare i nostri sindaci"
di Chiara Appendino venerdì 7 novembre 2025

3' di lettura

Caro Direttore, ho letto l’articolo di Pietro Senaldi sui sindaci e la sicurezza. Per quanto spesso non condivida le sue opinioni, trovo che abbia pienamente ragione su questo punto: da troppo tempo la sinistra ha paura di occuparsi di sicurezza, come se parlarne fosse di destra. È stato un errore enorme, che ha contribuito a produrre città insicure, periferie abbandonate e cittadini esasperati.

L’ho vissuto sulla mia pelle a Torino. Da Sindaca, ho ereditato una città con campi rom in cui venivano incendiati rifiuti ogni notte e con la più grande occupazione abusiva d’Europa - l’ex Villaggio Olimpico - trasformata in un ghetto invivibile per chi ci abitava e per l’intero quartiere. Su queste come su altre situazioni la sinistra aveva preferito chiudere gli occhi. Io no.

Le ho affrontate senza ruspe né manganelli, ma mettendo attorno a un tavolo assessorati, Prefettura, diocesi, fondazioni e associazioni. Abbiamo liberato e riqualificato le palazzine occupate, dove oggi vivono studenti e anziani, e chiuso il campo rom, dove i cittadini del quartiere non respirano più i fumi dei roghi tossici.

Non è stato facile, tutt’altro. E lo dice una persona che vive sotto scorta per le minacce di morte ricevute dopo aver sgomberato un covo in cui anarchici fabbricavano bombe.

Cara Appendino, dovete superare la vostra allergia a legge e ordine

Onorevole Appendino, pubblico volentieri il suo intervento per un paio di ragioni: anche io qualche volta non sono d&rsq...

Ma per garantire davvero sicurezza ai cittadini servono responsabilità e pragmatismo che non hanno dimostrato sinistra e destra, neanche quella destra che per anni si è proclamata a suon di slogan urlati paladina e unica custode del diritto a sentirsi sicuri. Perché i risultati sono sotto gli occhi di tutti: dopo due anni e mezzo di governo Meloni, la sicurezza è diventata un set televisivo.

Ogni mese un decreto, un nuovo reato, una conferenza stampa. Ma gli ultimi dati del Viminale ci raccontano la realtà e sono inquietanti: i reati tornano a crescere superando i livelli del 2018 e soprattutto nelle grandi città i cittadini sono meno sicuri. Violenze sessuali +7,5%, furti in abitazione +4,9%, furti di auto +2,3%.
Di fronte a questo disastro, il governo non può continuare a scaricare la colpa su sindaci e giudici pur di non ammettere i propri fallimenti. È ora che si assuma le sue responsabilità.

Io ho presentato una proposta seria e concreta: istituiamo e finanziamo subito nella legge di bilancio un fondo per le politiche integrate di sicurezza urbana. Gli accordi sulla sicurezza funzionano così: lo Stato stanzia un fondo per i Comuni che sottoscrivono un patto di sicurezza con il Prefetto e si impegnano a realizzare interventi concreti sul territorio. Meloni, se non è in grado di gestire questo fenomeno, segua almeno il nostro esempio e voti l’emendamento e la proposta di legge.

Perché per il Movimento 5 Stelle la sicurezza non si garantisce inventandosi nuovi reati vuoti o minacciando repressione. La sicurezza parte anche da una strada illuminata, un parco riqualificato, un edificio pubblico abbandonato che viene riqualificato, una telecamera installata, nuovi vigili assunti, un negozio che resta aperto. Tutte queste azioni migliorano la vita di una comunità e la sua sicurezza, sia percepita sia reale. Il nostro è un approccio pragmatico, integrato e misurabile: non slogan, ma risultati per chi vive e lavora nei quartieri. Perché la verità è semplice: la sicurezza non è né di destra né di sinistra. È un diritto dei cittadini.

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