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OPINIONE

Il vizio rosso della chiamata allo straniero

di Daniele Capezzonevenerdì 21 novembre 2025
Il vizio rosso della chiamata allo straniero

2' di lettura

Respinti con perdite. Respinti i soliti noti (zero titoli, anzi “zeru tituli”, come avrebbe detto il Mourinho dei tempi migliori) che puntavano a organizzare una mediocre chiassata contro l’Italia.

Respinta la comitiva-Schlein che, dopo il tentativo maldestro di qualche settimana fa - sempre all’estero - di accostare il governo all’atto intimidatorio contro Sigfrido Ranucci, si preparava a presentare l’Italia di centrodestra come la grande appestata d’Europa. Respinti i grillini già pronti a strillare: unica attività in cui possano ambire all’eccellenza. E respinto anche il solito tentativo di maneggiare la questione – teoricamente alta e nobile – dello “stato di diritto” come arma politica ultradiscrezionale e come strumento per attaccare i governi sgraditi.

Respinto infine l’espediente più vile: quella che potremmo definire la “chiamata dello straniero” per azzoppare il nemico interno. Tutto questo giochino è saltato. Segno della credibilità del governo italiano. Ma segno anche di una buona capacità di dialogo tra tutte le forze europee alternative ai Socialisti: bene che il Ppe abbia fatto positivamente sponda con i gruppi alla sua destra. E bene che la confusa (ex?) maggioranza Ursula sia andata in pezzi, isolando le componenti di sinistra e ultrasinistra.

E tuttavia resta, come il proverbiale elefante nella stanza, la coazione a ripetere di una sinistra anti-italiana che ha come istinto incancellabile quello di sporcare l’immagine del proprio paese (se non è lei a governare). Ricorderete, nell’autunno 2022, dopo la vittoria elettorale di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, il mantra che veniva ripetuto dal Pd, anche con indecenti missioni all’estero: il rischio-fascismo in Italia, la torsione autoritaria, l’onda di ultradestra. Tutta una sequenza di balle e di mostrificazione dei vincitori sperando di isolare Meloni attraverso una sorta di cordone sanitario, l’equivalente moderno di quello che accadeva ai contagiati nelle grandi pestilenze medievali: l’applicazione di rumorosi campanacci affinché i presunti sani fossero avvisati del pericoloso avvicinamento del contagiato.
L’operazione politica prevedeva anche un pendant economico-finanziario: la speranza che alla marginalizzazione politica corrispondesse una dura punizione dei mercati, tramite Borsa e tramite spread. Ecco: tutto questo armamentario, questo piccolo piano anti-nazionale, è ancora una volta miseramente fallito.
Eppure ogni tanto i soliti noti ci riprovano. La notizia di ieri è che, tranne pochi “cugini” europei di sinistra, ormai a questa favoletta non crede più nessuno. Sarà bene che la sinistra si metta l’anima in pace e - per tornare al potere - prenda in considerazione una via pulita, non opaca, senza veleni e senza bombe sporche: e cioè convincere nelle urne del 2027 la maggioranza degli elettori.
In Italia l’ultima volta è successo nel 2006. Peccato che, con marchingegni vari, il Pd sia riuscito comunque a intrufolarsi al governo dal 2011 al 2022 (tranne un solo anno), pur senza un mandato popolare esplicito, ma attraverso manovre parlamentari e pseudo-tecniche.
I compagni se ne facciano una ragione: quel tempo è finito.