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Capezzone e il caso Garofani: "Chi è il signor Rossi e perché il vero obiettivo è la Schlein"

venerdì 21 novembre 2025

1' di lettura

La "rassegna scorrettissima" di Daniele Capezzone parte dalla bozza di pace statunitense per l'Ucraina. "Criticatissima, attacchi molto pesanti con argomenti e toni diversi, non senza alcuni punti su cui riflettere", avverte il direttore editoriale di Libero introducendo la sua rubrica Occhio al caffè. "L'impressione peraltro è che il presidente ucraino Zelensky sia più disposto a trattare rispetto ad alcuni suoi sostenitori mediatici".

La faccenda Garofani: "Richieste di dimissioni per il consigliere chiacchierone del presidente Mattarella, mentre alcuni giornali spostano l'attenzione sul famoso Mario Rossi, l'autore della mail poi inviata alle redazioni. Chi era? C'è un sospettato, secondo Repubblica, ma non ci sono prove. E Arditti sul Tempo dice che il vero bersaglio politico era Schlein, di cui anche a sinistra si constata la debolezza".

Manovra: "Non c'è tantissimo. Ieri vertice di maggioranza, esaminati gli emendamenti ma nessun giornale ha la quadra, ancora non capiremo quali emendamenti passeranno e quali no". 

Vigilia delle elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia, ma il clima sembra ancora tiepido. "C'è poi una questione di cui quasi tutti i quotidiani sembrano non essersi accorti o non aver voluto farlo. Il blitz di Pd e 5 Stelle a Bruxelles per fare inviare una delegazione Ue in Italia per la verifica dello 'stato di diritto' del nostro Paese. L'operazione non è riuscita, il Ppe si è dissociato, c'è stata una convergenza con ECR e i socialisti sono rimasti da soli".
 

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