Ventuno milioni di ulivi sono morti in Puglia per colpa della Xylella. Adesso tutto il Salento è un cimitero di alberi secchi, che stringono il cuore a chi lo attraversa. Qualcuno li ha abbattuti per ricavarne legna da ardere, altri hanno appiccato il fuoco direttamente nelle campagne. Nonostante la responsabilità di questo incommensurabile danno economico, paesaggistico, e ambientale, siano chiaramente attribuibili a chi, governando la regione e i municipi, ha ostacolato tramite ricorsi e battaglia politica le eradicazioni, per andare dietro a complottisti e negazionisti, oggi i danni li stanno pagando tutti gli italiani dalle loro tasche.
Infatti governo e regione Puglia hanno stanziato più di 250 milioni complessivamente per il reimpianto degli ulivi. Questi fondi vengono distribuiti agli agricoltori dagli uffici regionali. Ma la bellezza di 18 milioni e mezzo sono spariti. O meglio, sono andati ad aziende inesistenti.
A scoprirlo è stata Agea, l’Agenzia nazionale per le erogazioni in Agricoltura. Per mesi c’è stato un lungo carteggio tra ministero e uffici regionali. Questi ultimi non sono stati in grado di fornire ad Agea la rendicontazione richiesta sulla destinazione dei fondi. A quel punto l’Agenzia ha iniziato a indagare con i suoi mezzi di geolocalizzazione. Scoprendo, appunto, che quasi 19 milioni sarebbero andati ad aziende con fascicoli chiusi.
A beneficiare di una parte dei contributi stanziati negli anni scorsi perla Xylella sarebbero state così persone decedute o imprese la cui attività era cessata. Di questa cosa è al corrente anche il candidato presidente Decaro, che interrogato sulla vicenda ha risposto: «La Regione mi conferma che le risorse sono state utilizzate, mancano solo 15 milioni!».
Come fossero bruscolini. Possibile che il governatore in pectore abbia una tale leggerezza quando si tratta dei soldi dei contribuenti? La vicenda è stata presa a cuore da Giorgia Meloni, innamorata degli ulivi pugliesi, che ne ha parlato sul palco di Bari. Il 15% dei contributi sono andati – tra il 2016 e il 2022 – ad aziende senza ulivi. Di questi 9,59 milioni di euro sono finiti ad aziende con fascicoli chiusi per cessazione dell’azienda o morte del beneficiario. Altri 700mila euro – vale a dire il 4% – a posizioni con il Cuaa (Codice univoco dell’azienda agricola) non comunicato. Inoltre il 34% – 35,5 milioni – equivarrebbe all’importo concesso riferito a posizioni dove si rileva una variazione negativa nella presenza di piante. Questa percentuale interessa quasi 4.000 aziende agricole. Cioè le piante anziché aumentare dopo lo stanziamento, diminuiscono. Solo il 65% – ovvero 67,52 milioni – sarebbe la quota dell’importo concesso riferito a posizioni dove si rileva una variazione positiva.
Una percentuale che interessa 9.960 imprese. Il direttore di Agea Fabio Vitale, da noi contattato, spiega che il ministero ha dato alla Regione Puglia 5 milioni di euro proprio per realizzare entro il 2023 una procedura automatizzata per il controllo dei fondi stanziati, che però la regione non ha mai realizzato. E alla fine l’assegnazione dell’erogazione dei fondi è stata espletata dalla regione con procedimento manuale. Per questo motivo, nel lungo carteggio con il ministero, non riusciva a giustificare questi stanziamenti.
Su questo scandalo è stata presentata una interrogazione parlamentare dal Senatore Filippo Melchiorre, indirizzata al Ministero dell’Agricoltura e all’Agea. Secondo Melchiorre siamo di fronte a una situazione che «non può che chiamare in causa la responsabilità politica e amministrativa della Regione Puglia, cui spettava la supervisione, il corretto monitoraggio e la rendicontazione degli interventi.
La Regione Puglia è chiaramente inadempiente - dichiara Melchiorre -. Il sistema di controllo regionale ha fallito in modo grave e non ha garantito né trasparenza né tutela del denaro pubblico. È una malagestione che pesa sulle spalle degli agricoltori pugliesi, già colpiti da una catastrofe come la Xylella. Milioni di euro destinati alla rinascita del territorio sembrano essere stati distribuiti senza adeguate verifiche e senza che un solo albero sia stato reimpiantato in numerosi casi. Chi ha gestito male deve rispondere politicamente e amministrativamente».
Il deputato Dario Iaia (Fdi) sottolinea come la regione dopo aver contribuito alla diffusione della xylella, ora non accelera i reimpianti. Dove sono finiti quei 18 milioni? «Bisogna chiedere all’assessore regionale all’agricoltura». Perla quarta volta ricandidato nel Pd. Corte dei conti e magistratura sono sull’attenti.