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Torino, imam espulso perché inneggia alla strage? Avs protesta in strada

martedì 25 novembre 2025

3' di lettura

La sinistra dice no all'espulsione dell'imam fondamentalista. I rappresentanti delle opposizioni in piazza a Torino per protestare contro il provvedimento nei confronti di Mohamed Shahin, imam della moschea di via Saluzzo. La guida religiosa islamica è stata raggiunta da un decreto di espulsione per motivi di sicurezza e condotto al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino. Poche settimana fa Shahin aveva pronunciato un sermone choc sulla strage di israeliani del 2023: "Io personalmente sono d’accordo con quello che è successo il 7 ottobre. Noi non siamo qui per essere quella violenza, ma quello che è successo il 7 ottobre 2023 non è una violazione, non è una violenza". 

Per questo motivo il coordinamento Torino per Gaza ha organizzato martedì mattina un presidio sotto la sede della prefettura. "Abbiamo appreso poche ore fa dell'arresto di Mohamed Shahin, amico e compagno da sempre impegnato nella lotta per la liberazione della Palestina", scrive il coordinamento in una nota sottolineando che "Mohamed è stato arrestato dopo due anni di mobilitazioni in cui non ha mai smesso di esporsi pubblicamente contro il genocidio in corso in Palestina" e che "gli è stato revocato il permesso di soggiorno di lunga durata e imposta una deportazione immediata verso l'Egitto: un paese in cui non può tornare".

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"Nonostante la sua richiesta di asilo politico, il giudice ha confermato la deportazione, ignorando ogni evidenza del pericolo reale e documentato che Mohamed correrebbe", aggiunge nella nota il coordinamento Torino per Gaza che prosegue: "Sappiamo che Mohamed non è un caso, ma una chiara volontà politica: fermare chi in questi anni si è mobilitato contro il genocidio in Palestina. Il suo unico 'reato' è aver gridato insieme a tutti noi la libertà per la Palestina. Come coordinamento Torino per Gaza denunciamo apertamente questo atto vile, islamofobo e razzista".

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Alla chiamata alle armi hanno subito risposto Marco Grimaldi e Alice Ravinale, rispettivamente vicecapogruppo alla Camera e capogruppo in Piemonte di Alleanza Verdi e Sinistra: "La vicenda dell'imam solleva interrogativi gravi e inquietanti sullo stato di diritto nel nostro Paese. Parliamo di un cittadino egiziano in Italia da quasi vent'anni, noto dissidente del regime di Al-Sisi, già oggetto di persecuzioni nel suo Paese d'origine, al quale è stato revocato il permesso di soggiorno di lunga durata su ordinanza del ministero dell'Interno e di cui è stato disposto il rimpatrio. Il rimpatrio vuol in Egitto significa arresto e tortura, nelle stesse carceri in cui è stato ucciso Regeni".

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"Benché abbia formalizzato una nuova domanda di asilo - con tanto di presentazione del modello C3 - dunque in presenza di una procedura in corso che, per legge, sospende ogni provvedimento di espulsione, il giudice ha convalidato il rimpatrio" sottolineano. "Invece di attendere l'esito della Commissione territoriale - aggiungono Grimaldi e Ravinale -, come previsto dalle norme italiane e internazionali, l'uomo è stato trasferito - o sta per essere trasferito - al Cpr di Caltanissetta, in una dinamica che appare più come una ritorsione politica che come un atto di giustizia. Non possiamo ignorare che solo un mese fa la deputata Montaruli aveva sollecitato l'espulsione, con una interrogazione parlamentare diretta al ministro Piantedosi. Il motivo? Il discorso fatto dall'imam in occasione dell'anniversario del 7 ottobre". "È evidente - concludono i due esponenti rossoverdi - che ci troviamo di fronte a un uso politico del diritto, dove la libertà di espressione - anche quando controversa - viene trattata come un reato, e il dissenso come una minaccia. Questa è un'intimidazione, che non ha nulla a che vedere con la sicurezza nazionale. Siamo di fronte a un caso gravissimo di compressione dei diritti fondamentali, e di aggiramento delle garanzie previste per chi chiede protezione internazionale. Se oggi si espelle un dissidente, domani si potrà espellere chiunque". 

Alla manifestazione davanti alla Prefettura torinese erano presenti anche la consigliera comunale del Pd Ludovica Cioria e il suo collega Dem Ahmed Abdullahi, la Ravinale, la consigliera comunale Avs Sara Diena e la consigliera comunale M5s Valentina Sganga.

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