"Ogni volta che il mio partito mi ha chiamato in campo non mi sono mai tirato indietro. E non ho mai fatto calcoli su quali fossero i miei interessi oi rischi che correvo. Sapevo quanto difficile fosse per noi la partita pugliese. Potevo dire: non me la sento; potevo declinare l'invito. Invece mi son buttato nella mischia, con tutta la passione di cui sono capace". A mente fredda, Nichi Vendola analizza la disfatta nella sua Puglia.
In un'intervista rilasciata a Repubblica, l'ex governatore elenca i motivi dietro la sconfitta elettorale. Secondo lui, non è andata "per un pugno di voti e a causa di un luciferino meccanismo elettorale: per questo non entriamo in Consiglio. Pesa anche su di noi il non voto, il 60 per cento dei pugliesi non ha votato: molto più di una crepa sulle fondamenta della democrazia. Quello che si è visto nelle urne è in grandissima parte voto organizzato e voto clientelare, il voto di opinione è mancato: questa è l'idea che mi sono fatto". Ma c'è anche dell'altro. "Sicuramente ha pesato molto nel nostro insuccesso il risultato della lista civica di Decaro, che come una idrovora ha drenato il consenso dal nostro potenziale bacino elettorale - ha spiegato Vendola -. Ma no, non credo a una vendetta: lui conosce la generosità e la lealtà con cui ho sempre operato".
Ma l'ex governatore non intende rimuginare sul passato. "Farò politica in tutti i modi in cui saprò farla, a disposizione della mia comunità, continuando a dare il mio contributo di esperienza e passione", ha confessato.