È più forte di loro: strumentalizzare sempre tutto è una pulsione, una spinta irresistibile, una coazione a ripetere. Così, per la sinistra politica e mediatica, non può mai esserci un’eccezione, nemmeno davanti a temi delicatissimi, che non si presterebbero a essere maneggiati come una clava. Stavolta è il turno della norma (teoricamente) anti-violenza. Contrastare ogni forma di abuso ai danni delle donne è altamente meritorio e desiderabile: quindi il fine politico è certamente nobile, e non a caso Giorgia Meloni non aveva avuto difficoltà a esprimere a Elly Schlein disponibilità a una valutazione aperta. Altro conto è tuttavia esaminare il modo in cui una norma penale di così grande delicatezza viene scritta.
E qui c’è da mettersi le mani nei capelli: e bene ha fatto a mio avviso il centrodestra al Senato a chiedere e ottenere un supplemento di riflessione e di approfondimento.
Infatti- ecco il punto- non c’è solo l’anomalia di una pericolosa inversione dell’onore della prova, con l’accusato di fatto costretto a dimostrare la propria innocenza. Ma il problema è che quella prova non è solo invertita: è materialmente impossibile. Prendete il caso di un uomo davvero innocente, che per qualsiasi ragione- a posteriori- venga falsamente accusato di aver spinto il rapporto sessuale oltre il confine del consenso altrui. Ecco: come fa quell’uomo (innocente) a dimostrare che il consenso in realtà c’era? Come si dimostra processualmente quel consenso? Con una registrazione? Con una dichiarazione scritta? Si tratta della classica “probatio diabolica”: una dimostrazione impossibile.
E ancora, procedendo nella simulazione: immaginate, nel frattempo, il massacro della reputazione di una persona esposta a un’accusa così grave e disonorevole, immaginate la sua vita familiare e professionale distrutta, le spese legali da sostenere, l’isolamento pubblico. Magari perché (può succedere, è una norma simile innescherebbe dinamiche di questo genere) c’è chi vuole prendersi una vendetta contro di lui. Per queste ragioni il centrodestra non ha ancora bloccato la leggina, ma ha almeno frenato una sua approvazione a rotta di collo e senza modifiche, e ha fatto benissimo. Ma qui scatta, come si diceva, la strumentalizzazione della sinistra, che adesso cerca di accreditare la tesi di un centrodestra insensibile alla questione femminile, sordo al problema delle violenze, e in ultima analisi chiuso nel più bieco maschilismo. L’operazione mediatica è già partita.
Più che mai, in casi come questi, si tratta di atteggiamenti altamente rivelatori di una mentalità. Alla sinistra non interessa risolvere un problema reale (quello delle violenze). Di più: il centrosinistra non ha scrupoli nell’inserire nell’ordinamento una norma che intaserebbe i tribunali e rovinerebbe molte vite. Ai compagni interessa solo mostrificare gli avversari. Peggio: vogliono usare un tema doloroso come quello delle donne che davvero hanno subito un abuso per scaricare sui nemici politici un’ombra di infamia.