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Atreju, Gianfranco Fini si racconta con Rutelli: "Il mio più grande errore e il merito di Meloni"

lunedì 8 dicembre 2025

2' di lettura

Nella corsa a sindaco di Roma del 1993 "fu determinante il sostegno entusiasmante di tanti militanti che vinsero una battaglia che non pensavano di poter mai affrontare. L'intuizione e politica fu quella di dire: ci candidiamo per dimostrare di saper governare. Forse eravamo presuntuosi, ma in precedenza sindaci con la fiamma tricolore del Msi erano stati eletti. Non era caduto solo il muro di Berlino ma la discriminazione della destra. Nuotavamo in mare aperto".

A dirlo è Gianfranco Fini in un dibattito con Francesco Rutelli alla festa di Fdi Atreju, in corso a Roma: entrambi erano candidati a sindaco di Roma nel 1993. "La Dc candidò un galantuomo, il prefetto Caruso. Capitò una partita Roma-Lazio in campagna elettorale. Rutelli laziale, io più laziale che romanista, entrambi allo stadio. Chiesero anche a Caruso per chi tifasse: lui rispose in modo perfetto da prefetto, ma non aveva capito che si candidava a sindaco. Disse: non prendo posizione, io tifo un tempo per una quadra e l'altro per un'altra. Fu insultato dalle tante radio che a Roma campano di calcio. Fu la riprova che la Dc aveva perso il contatto con la società". Si riconosce nel centrodestra di oggi?

"Si'", replica secco Gianfranco Fini. Poi aggiunge: "Sono una persona onesta nel riconoscere gli errori e l'errore e' stato chiedere e ottenere lo scioglimento di Alleanza nazionale", scandisce, coperto dagli applausi della platea. "Non chiedo nulla" ai dirigenti di FdI, ma "il merito di FdI e' aver ricostruito questa comunità, altrimenti si rischia di essere apolidi", spiega ancora. "Mi riconosco" nel centrodestra odierno, "l'ho votato e lo voterò ancora, non condivido tutto... Mi sono pentito di aver posto le condizioni di ritrovarmi incompatibile con il Popolo delle libertà. Il Pdl doveva essere una grande formazione plurale ma in un certo momento non c'era questa pluralità. Il pentimento - specifica Fini - riguarda lo scioglimento di An. E il merito di Giorgia e' di aver ricostruito una casa, che unisce al di la' del vincere o perdere le elezioni". 
 

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