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Mimmo Lucano e il gemellaggio tra Riace e Gaza: il governo blocca tutto

di Pietro Senaldi sabato 27 dicembre 2025

3' di lettura

Mimmo Lucano è ancora sindaco in virtù delle farraginosità del nostro sistema giudiziario. Il primo cittadino del comune calabrese di Riace è stato condannato a un anno e sei mesi di carcere, con pena di reclusione sospesa, per falso in atto pubblico dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, che ha modificato la condanna in primo grado del Tribunale di Locri: tredici anni e due mesi per vari reati, tra cui associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La Cassazione ha confermato la condanna e quindi il Tribunale ha dichiarato decaduto Lucano dalla carica di sindaco, sulla base della legge Severino. Egli è attualmente formalmente in carica solo perché ha presentato appello ma governa in un clima di ovvia tensione, con dimissioni nella giunta e vari contrasti.

ELETTO A BRUXELLES

Ciò nondimeno Lucano, che Alleanza Verdi e Sinistra ha promosso a propria figurina e fatto eleggere all’Europarlamento, proprio come Ilaria Salis, continua a interpretare in maniera molto particolare il suo ruolo di borgomastro. L’amministrazione locale non gli interessa: Riace caput mundi, il sindaco sub judice vuol fare politica estera, come ha già dimostrato tentando di trasformare, con spregiudicata avventatezza, il suo villaggio in un modello di accoglienza globale, ovviamente finanziato dai denari pubblici. L’ultima pensata è stata battersi per il gemellaggio tra il comune calabrese e Gaza, «un segnale di umanità verso una popolazione martoriata dalla guerra», ha spiegato don Mimmo, «un gesto di solidarietà umana, non politica».

Inevitabile che l’iniziativa venisse fermata dal governo. Su parere del ministero degli Esteri, il responsabile degli Affari Regionali, il leghista Roberto Calderoli, ha negato l’autorizzazione al gemellaggio. «Nel presente contesto politico questo patto con Gaza potrebbe arrecare un grave pregiudizio alla politica estera italiana», spiega la maggioranza, costretta a ricordare come molti amministratori della Striscia siano ritenuti collegati ai terroristi di Hamas, autori dello stermino degli ebrei del 7 ottobre 2023.

Adesso Lucano si straccia le vesti, si sente castrato, bolla come «gravissimo sopruso» il veto del governo e arriva perfino ad appellarsi alla storia di Riace come comunità legata all’accoglienza, anche se è proprio grazie a questa storia che egli è stato condannato e decadrà.

In realtà, ancora una volta a sbagliare è don Mimmo, perché in lui l’ideologia prevale su tutto e lo pone a mettersi al di sopra delle norme, per ragioni che lui ritiene nobili ma che la comunità valuta illegali. Il Testo Unico degli Enti Locali riconosce infatti ai Comuni la possibilità di stringere gemellaggi autonomamente, ma con il solo limite della politica estera, che come recita l’articolo 117 della Costituzione è competenza esclusiva dello Stato. Se il governo non avesse fermato l’intesa del comune calabrese con Gaza, il via libera avrebbe potuto essere interpretato dalla comunità internazionale come una legittimazione del gruppo terroristico di Hamas, che ancora governa la Striscia. Avs rivolta la frittata e accusa la maggioranza di Giorgia Meloni di essere succube di Israele e degli Stati Uniti, ma la realtà è opposta: Lucano è stato fermato per non dare dell’Italia l’immagine di un Paese che sostiene il terrorismo internazionale e il fanatismo islamico.

ATTO INUTILE

Un conto è riconoscere lo Stato Palestinese, che non c’è, atto formale quanto inutile che hanno fatto molte municipalità a guida sinistra. Altro conto è gemellarsi con un territorio governato da dei taglia-gole universalmente riconosciuti come tali e che tengono in ostaggio due milioni e duecentomila civili. La lotta a fianco del popolo palestinese in Occidente è degenerata nella violenza e nell’antisemitismo. Lo capisce tutto il mondo, non la nostra sinistra.

Mentre l’università di Georgetown procede a cancellare dall’elenco dei suoi studiosi affiliati il profilo di Francesca Albanese per le accuse ricevute di antisemitismo e di legami con posizioni estremiste, i nostri sindaci progettano scambi culturali con Hamas. Queste sono le cartoline che Avs e compagni mandano in giro per il mondo; e per fortuna in Italia c’è ancora chi le restituisce al mittente, anziché inoltrarle.

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