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La scoperta canadese: paziente muore, ma per dieci minuti il cervello continua a funzionare

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Alessandra Menzani
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Sapere cosa succede dopo la morte è probabilmente il tema dei temi, la domanda a cui tutti vorrebbero dare una risposta. Tante le teorie e le vero o presunte prove scientifiche.  Secondo un articolo del Mailonline, tradotto da Dagospia, i dottori hanno trovato la prova scientifica che il cervello delle persone può continuare a funzionare dopo che sono clinicamente morte. L'episodio è stato studiato dai ricercatori canadesi della University of Western Ontario. Un paziente ha mostrato attività cerebrale persistente per dieci minuti dopo la cessazione del battito cardiaco e i ricercatori hanno riscontrato nel cervello le onde elettriche che normalmente si producono durante il sonno profondo. "Straordinario e inspiegabile", così è stato classificato l'episodio dai medici della terapia intensiva. Lo studio si è concentrato sugli impulsi elettrici del cervello in pazienti a cui era stata cessata la terapia di sostegno vitale, mettendoli in relazione al battito cardiaco. Il cervello è diventato inattivo prima dell'arresto cardiaco in tre casi su quattro. Ma in uno dei casi è andata diversamente. Il cervello del defunto paziente ha continuato a funzionare anche che dopo l'ultimo battito cardiaco. "Un'onda elettrica persisteva dopo la cessazione sia del ritmo cardiaco che della pressione arteriosa (ABP). E' difficile definire fisiologica questa attività del cervello dato che si verifica dopo una prolungata perdita di circolazione", si leggeva nel report del National Centre for Biotechnology Information. Per approfondire leggi anche: Il volto della nonna morta appare nell'ecografia del figlio L'esperimento ha conseguenze enormi. Rende a questo punto difficile stabilire con precisione il momento esatto della morte di una persona (ultimo battito cardiaco o fine del funzionamento cerebrale?), indispensabile dal punto di vista clinico ed etico per poter potere espiantare gli organi per la donazione. Nel 2013, un fenomeno simile è accaduto durante un esperimento condotto su dei topi il cui cuore si era fermato. La ricerca rivelò che i topi avevano un'intensa attività cerebrale un minuto dopo la decapitazione.              

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