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Burro, perché dovete dire addio ai cornetti. Disastro epocale, perché non se ne trova più

di Giovanni Ruggiero domenica 5 novembre 2017

2' di lettura

Gli amanti dei croissant sono preoccupati, e, se fosse viva e con la testa ancora sul collo, la Regina Maria Antonietta non pronuncerebbe (secondo la leggenda, poi smentita dalla storiografia) la frase: "Se non hanno più pane, che mangino brioche": la penuria di burro che ha colpito la Francia si fa sentire ormai da mesi tra panettieri e pasticceri e il rischio è che i banconi restino vuoti. L’attuale fornitura di burro non permette infatti di mantenere i normali livelli di produzione e c’è chi ha già aumentato i prezzi. Come sottolinea il Guardian, alcuni supermercati in tradizionali zone di produzione di burro come la Bretagna e la Normandia sono stati costretti ad appendere delle note di scusa sui frighi vuoti. "Abbiamo la fornitura razionata da metà agosto, riceviamo solo una tonnellata alla settimana quando ce ne servirebbero tre...non possiamo andare avanti così ancora per molto", ha raccontato Claude Francois, proprietaria di una piccola pasticceria nella regione centrale di Cher, costretta a tagliare il 70% delle ore di lavoro dei dipendenti per mancanza di materia prima. Il ministro dell’Agricoltura, Stephane Travert, ha assicurato che la penuria terminerà presto perché la produzione di latte tornerà a salire, ma gli addetti al settore fanno sapere che la situazione potrebbe andare avanti anche per tutto l’autunno e in inverno. Le cause di una simile scarsità sono da ricercare nell’abolizione nel 2015 del sistema europeo delle quote del latte: all’inizio il mercato venne inondato di latte, con il conseguente crollo del prezzo che portò a una riduzione della produzione. A questa si è associata una bassa resa nel 2016 e un crescente consumo di burro in tutto il mondo, anche perché ritenuto più sano di alternative vegetali come la margarina. Il prezzo del burro industriale è così schizzato dai 2.500 euro a tonnellata ad aprile ai 7mila euro di questa estate. E, nonostante l’incremento nei consumi mondiali, gli addetti ai lavori continuano a lamentarsi dei prezzi e sono pochi quelli che producono burro rispetto ai formaggi.

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