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L'alcol non aiuta a dimenticare

Il popolare detto smentito dalla ricerca scientifica
di Eleonora Crisafulli sabato 6 marzo 2010

1' di lettura

Bere per dimenticare. Un detto antichissimo che, però, non avrebbe alcun fondamento scientifico. Stando, infatti, alle conclusioni di un team di ricercatori inglesi, bere non aiuta a dimenticare, anzi, rende il dolore di un dispiacere ancora più pesante da sopportare. Per arrivare a questi risultati gli scienziati anglosassoni hanno coinvolto una cinquantina di persone: a ogni partecipante ai test è stato chiesto di assumere alcolici in diversa quantità, soffermandosi su immagini virtuali facilmente memorizzabili. Dagli esperimenti è emerso che la memoria viene cancellata solo quando si bevono 6-7 drink. Quando, invece, ci si ferma a 3-4 bicchieri (cosa che fa la maggior parte delle persone che intende affogare i dispiaceri nell'alcol) la memoria viene solo 'ingannata', eliminando il contesto del 'dispiacere', ma lasciando vivo il trauma subito, che successivamente si ripercuote a livello psichico con maggiore intensità, sottoforma di flashback. Con ciò i ricercatori affermano che bere costantemente per 'dimenticare' non serve a nulla. "In pratica, bevendo", dicono gli esperti, "il ricordo viene trasformato, ma non eliminato. Si vivono numerosi flashback scordandosi, però, dei 'contorni' della vicenda, che spesso aiutano a rendere più accettabile il dramma". Gli scienziati dell'University College di Londra si riferiscono alla cosiddetta 'memoria contestuale', quella che tiene conto di un evento a 360 gradi e non solo di episodi clou. Da questa ricerca si potrebbero ricavare nuove strategie terapeutiche per la lotta all'alcolismo. Secondo l'OMS bevono un po’ troppo 9 milioni di italiani e il fenomeno riguarderebbe sempre più spesso i giovanissimi. Gianluca Grossi

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