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Le insalate che fanno male: non tutte salvano la linea, occhio a questi ingredienti

Daniela Mastromattei
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Ha fatto centinaia di migliaia di proseliti in tutto il modo la famosa «dieta del limone», una tendenza fashion che vantava di essere un efficace "bruciagrassi". Che il limone sia una miniera di vitamine, sali minerali e preziosi antiossidanti è indiscutibile, tuttavia la pratica di bere acqua calda con spremuta di limone al mattino, appena svegli, può rivelarsi nel tempo terribilmente dannosa. Anzi, può «comportare la distruzione progressiva e sistematica dell'apparato digerente. È un po' come prendere a pugni il tubo digerente fino a metterlo KO», rivela il naturopata e fasciapulsologo Frank Laporte-Adamski, francese e italiano d'adozione, nel suo ultimo libro Digerisco, il metodo per un intestino felice e un giro vita perfetto (editore Vallardi), appena uscito.

Quanti danni e sofferenze potremmo risparmiarci se conoscessimo meglio gli ingredienti dei nostri piatti, tenendo presente che il benessere e la salute sono il frutto di scelte basate sull'importanza di una giusta alimentazione. E anche quando ci buttiamo come capre sull'insalata convinti di degustare un «pasto leggero», non sempre è così. La ciotola di verdure a foglia verde o colorate (crude o cotte e altro ancora), quel mix pieno di allegria e (apparentemente) povero di calorie, potrebbe rivelarsi tutt'altro che light. Il bianco del cetriolo, il rosso di pomodori e peperoni, il rosso-viola di ravanelli e melanzane grigliate, il verde di zucchine, l'arancione delle carote, oltre ad appagare la vista sono garanzia di un piatto "salvalinea" e della presenza di sali minerali e micronutrienti.

Infatti, il loro apporto energetico è di circa 15 calorie ogni cento grammi. Riempiono il piatto, saziano lo stomaco e non pesano sulla bilancia. «Poche calorie, tanta acqua, fibre, vitamine e antiossidanti se si scelgono verdure tutte figlie della stessa famiglia, o dello stesso Dna nel caso si aggiungano quelle a colori. Possiamo anche osare, mettendo nell'insalata un po' di frutta fresca, ma soltanto melone e anguria», spiega a Libero Giorgio Calabrese, medico nutrizionista. «Attenzione però a non inserire tonno, mozzarella, formaggi, uova, prosciutto e affettati vari, che oltre a far salire il picco di calorie, hanno tempi di digeribilità diversi», precisa Calabrese. «Se si desidera un apporto di proteine, bisogna orientarsi su quelle vegetali dei legumi, come piselli, fave, fagioli o ceci».

D'estate come si fa a rinunciare alla caprese? «Mozzarella e pomodoro, per carità, solo ogni tanto. È un piatto che stimola i succhi gastrici, irritante per chi ha la gastrite già compromessa», informa il nutrizionista. Infatti i formaggi freschi, per quanto magri, non sono affatto light. Sono anzi dei veri traditori perché, sotto il loro aspetto fresco e innocente, nascondono grassi. Un piatto di caprese con 150 grammi di pomodori, 100 gr di mozzarella di bufala e 5 gr di olio extravergine d'oliva, contiene circa 375 calorie. Anche l'insalata di riso, pasto principe di questo periodo, da preparare in abbondanza e tenere in frigorifero per un paio di giorni, si converte al veganismo.

«Perfetta con le verdure, i sottoaceti e piselli. È assai più digeribile e dietetica se non aggiungete uova, tonno e formaggi. Alla larga pure dalla maionese. Per condire solo olio extra vergine d'oliva», conclude Calabrese. A proposito di condimenti, al posto del gustosissimo aceto balsamico (contiene molti zuccheri, sconsigliabile se vogliamo tenere le calorie sotto controllo) da preferire l'aceto di mele, perché come ci ricorda Laporte-Adamski, «le sue caratteristiche nutrizionali e organolettiche rendono questo signorino un vero campione di salute. Allevia i fastidiosi dolorini articolari, previene quelli muscolari grazie all'alta carica di potassio e, con il suo concentrato di antiossidanti, rallenta l'invecchiamento. Come se non bastasse regola pure la glicemia (addio zuccheri). Aceto di mele (santo subito) per tutte le insalate. Altro che succo di limone.

 

 

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