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Terremoto a Milano, Carlo Doglioni dell'Ingv: "Perché c'è stato un sisma, che scosse attendersi in futuro"

Il terremoto con epicentro a Bonate Sotto, in provincia di Bergamo, ha scosso Milano. La magnitudo della scossa avvertita nella mattinata di sabato 18 dicembre è stata di 4.4, superando quella dello scorso anno considerata fino ad ora la più forte degli ultimi 500 anni. C'è dunque da preoccuparsi? "È un evento del tutto normale", rassicura Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il professore, raggiunto dal Corriere della Sera, ricorda che in media all’anno in Italia ci sono 15-20 eventi di magnitudo tra 4 e 5 e che il capoluogo lombardo non è escluso. "Nella Zona 3 non ci possano essere eventi forti, qui possono arrivare anche a magnitudo 6 solo che magari avvengono ogni 2000 anni, per quanto ne sappiamo".

 

 

A prevalere al momento terremoti leggeri. Quello di oggi, ad esempio. "è un terremoto di tipo compressivo". Doglioni imputa la causa del sisma alla placca adriatica che si avvicina relativamente di 1 o 2 millimetri all’anno rispetto alla placca europea. "Una velocità molto lenta rispetto ai movimenti delle grandi placche in Giappone per esempio o nelle Ande dove le velocità possono raggiungere anche gli 8 o 9 centimetri l’anno".

 

 

Per i milanesi è ancora troppo presto per tirare un sospiro di sollievo, perché secondo l'esperto "ci saranno sicuramente delle repliche, al momento non sappiamo di che magnitudo anche perché non in tutte le zone si avverte in egual maniera. "Il fatto - conclude Doglioni - che la scossa non sia stata percepita in alcune zone della città dipende da come sono state costruite le case, ma quello che cambia moltissimo è il tipo di suolo dove sono state costruite. Ci sono suoli dove il segnale viene amplificato e altri che, invece, attenuano il segnale. Bisogna sicuramente considerare l’effetto di amplificazione locale".