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Influenza del cammello, la profezia di Pregliasco: cosa ci aspetta

La cosiddetta “influenza del cammello” rappresenta un pericolo? Nell’immediato almeno per la Nazionale francese sì, dato che diversi calciatori sono stati messi ko da questa influenza e sono a rischio per la finale del Mondiale che si disputerà domenica 18 dicembre in Qatar. “È una patologia che conosciamo dal 2012 - ha spiegato Fabrizio Pregliasco all’Adnkronos Salute - è un coronavirus che ha un’alta letalità e che non si riesce a controllare da allora nelle ragioni del Medio Oriente”. 

 

 

Il virologo lo ha sostanzialmente definito come il Covid e, considerando l’alto numero di spostamenti che stanno avvenendo per il Mondiale di calcio, la presenza di un possibile rischio correlato alla diffusione di questo virus va vista come “esigenza di sorveglianza”. Anche su The Lancet Global Health è stato pubblicato un intervento di un gruppo di esperti di diversi centri mondiali secondo cui non è il caso di sottovalutare questo virus, dato che in Qatar sono in corso due maxi-eventi (oltre al Mondiale c’è il concorso di bellezza dei cammelli) che stanno attirando centinaia di migliaia di persone. 

 

 

Tra l’altro proprio l’evento legato ai cammelli non è da sottovalutare, perché il contatto con gli animali crea, secondo gli esperti, “condizioni ideali per la trasmissione di agenti patogeni zoonotici associati ai cammelli con potenziale epidemico. Questi agenti patogeni includono il Mers-CoV, altamente letale. I cammelli dromedari in Medio Oriente sono un importante serbatoio di Mers-CoV. Gli esseri umani vengono sporadicamente infettati attraverso il contatto diretto o indiretto con cammelli o latticini di cammello infetti”.