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Alzheimer, approvato il Lecanemab: svolta senza precedenti contro la malattia

sabato 8 luglio 2023

2' di lettura

Non esistendo una cura per il morbo di Alzheimer i trattamenti hanno sempre mirato a gestire i sintomi. Negli ultimi anni, tuttavia, la ricerca ha fatto notevoli passi avanti nello sviluppo di terapie definite 'disease-modifying', cioè che agendo sui meccanismi alla base della malattia ne modificano il decorso naturale, rallentandolo significativamente o bloccandolo. In questa categoria rientra Lecanemab, l'anticorpo monoclonale che ha appena ottenuto negli Usa la piena approvazione da parte della Fda per il trattamento di pazienti adulti con malattia di Alzheimer.

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"Si tratta di una una vera e propria svolta nel trattamento di una patologia molto invalidante per milioni di pazienti e molto impattante per i loro caregiver", puntualizza all'Adnkronos Salute è Massimo Filippi, professore ordinario di Neurologia all'Università Vita-Salute San Raffaele e direttore dell'Unità di neurologia, neurofisiologia e neuroriabilitazione dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano spiegando che con il Lecabemab si aprono "nuove prospettive di ricerca sullo sviluppo di ulteriori farmaci disease-modifying per la malattia di Alzheimer e di altre patologie neurodegenerative, quali il morbo di Parkinson, la demenza fronto-temporale e la Sla". 

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"Al momento è in fase di valutazione presso l'Ema potendo perciò diventare disponibile in Europa già dal prossimo anno", annuncia il professor Filippi snocciolando i numeri della malattia. In Italia - osserva l'esperto - il totale dei pazienti con demenza di Alzheimer è stimato in circa 600 mila, ma l'incidenza è in costante aumento con l'aumento dell'età media della popolazione. Ampliando lo sguardo, tale numero sale a 5 milioni in Europa e a 35 milioni circa nel mondo. Più del 75% dei casi colpisce persone sopra i 75 anni e circa i due terzi dei pazienti, nei Paesi sviluppati, sono donne
Lecanemab è stato testato in un trial di fase 3 (Clarity AD) su 1.795 soggetti tra i 50 e i 90 anni con malattia di Alzheimer in fase precoce. Già dopo 18 mesi di trattamento, Lecanemab ha mostrato un effetto significativo sulla progressione di malattia, riducendo il declino cognitivo e la perdita di autonomia (misurate con scale specifiche) rispettivamente del 27% e del 37%". 

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Claudia Osmetti