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Spazio, il sasso caduto da Marte? Apre la via all'infinito

di Luca Nannipieri venerdì 18 luglio 2025

4' di lettura

La terra, in fondo, ci è sempre stata stretta. Alle stelle, alla luna, ai pianeti, abbiamo sempre detto: prima o poi vi raggiungeremo. Non sappiamo come, ma lo faremo. La vostra distanza sarà la nostra casa. Mai sazio è il nostro desiderio di espansione. Ieri le agenzie di tutto il mondo hanno battuto una notizia: venduto dalla casa d'aste Sotheby’s, a New York, a quasi 5 milioni di euro una pietra informe, color rosso bruno, di peso 24,67 kg. È un frammento di Marte, il più grande meteorite marziano mai ritrovato sulla terra, scoperto nel luglio 2023 nel Sahara nigeriano.

Il sasso è stato studiato da un gruppo di ricerca dell'Università di Firenze, che ne custodirà due schegge e che ne ha delineato la biografia, se si può chiamar così: espulso milioni di anni fa da Marte, dopo l’impatto di un asteroide col pianeta, il meteorite ha viaggiato per circa 140 milioni di chilometri (140 milioni di chilometri!), prima di colpire la superficie terrestre, fendere la nostra atmosfera e piombare nel deserto africano. Vi sono 80mila frammenti extraterrestri: uno di questi è lui. Il suo nome è NWA 16788.

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Il punto è questo: da secoli gli uomini hanno collezionato i loro sogni. Li hanno messi sotto teca, per averli più chiari e nitidi davanti a sé. Quando il sogno era colonizzare nuove terre sul pianeta, le collezioni si riempirono di oggetti delle popolazioni primitive, delle etnie, delle terre lontane. Quando il sogno era capire l'evoluzione delle specie animali, le collezioni iniziarono ad esibire le scoperte di fossili, le ossa di dinosauri, di mammut, di tigri primordiali, la stratificazione delle ere geologiche. Quando il sogno era capire gli abissi biologici della nostra mente, le collezioni iniziarono a riempirsi di scatole craniche, di encefali, di membrane, di sistemi neuronali, di bulbi, di cervelletti, di maschere mortuarie.

Quando il sogno fu esplorare la Luna e raccontarne la mitologia, le collezioni cominciarono a ricercare - e idolatrare- residui di oggetti spaziali, ingranaggi dei satelliti, di navicelle, di capsule, di navette, progetti di stazioni spaziali, diari di allunaggi anche mai compiuti. Le collezioni, al pari di film, romanzi, fumetti, hanno sempre testimoniato non il passato da custodire, ma il futuro che si vuole conquistare. Il meteorite marziano, pagato 5 milioni di euro, non ci dice ciò che siamo stati: ci dice, prevedibilmente, ciò che saremo, ciò che vorremo essere. Quella pietra non vale tanto in sé, ma vale per tutte le conoscenze che si porta addosso. Senza quelle conoscenze, quel sassone sarebbe del tutto inutile e potrebbe essere frantumato per farne ghiaia per le strade. Con quelle conoscenze, quel sassone diventa un sogno astronomico. La differenza la innesca la scienza.

La scienza ha ormai un potere stregonesco, divinatorio. Del resto, porta iscritto nel suo nome il nostro più incontenibile motore: sapere. E il sapere significa dilatare, espanderci. Superare ogni condizionatezza. Abbiamo raggiunto la Luna? C'è Marte. Raggiunta Marte, supereremo dall'altra parte il Sole. La scienza, in questo, è provocante. Ci dice: uomini, finora, vi arrestate soltanto davanti alla morte. Prima di essa, prima della fine, voi siete incondizionati: non dovete darvi proibizioni o limiti. Il deserto è sterile? Producete piante in grado di sopravvivere senz'acqua. Un animale è estinto, come i dinosauri? Prima o poi, produrrete la de-estinzione. Lo riporterete in vita. La Via Lattea è composta di miliardi di stelle. La vostra actio mentis, la vostra forza della mente, vi condurrà fino alla più lontana di esse.

Quando guardiamo la fotografia di questo sassone marziano di 25 chili, pagato assai più dell'oro e dei diamanti, noi stiamo vedendo la storia della scienza e della tecnologia degli ultimi due secoli a velocità estremamente accelerata: l'invenzione della pila (1800), l'illuminazione a gas (1804), la locomotiva a vapore (1829), il telegrafo (1837), l'anestesia (1846), la dinamite (1866), il motore a scoppio (1876), la lampadina (1879), il cinema (1895), la radio (1901), l'aereo (1903), la plastica (1914), il radar (1934), la carta di credito (1950), l'ecografia (1957), il laser (1960), il trapianto di cuore (1967), l'allunaggio (1969), il personal computer (1975), il telefono cellulare (1978), windows (1985), il web (1993), la clonazione (1996), la genetica (1906), l'intelligenza artificiale, la neo-natura nei nostri anni. La fantascienza non esiste: il prefigurabile, nel momento in cui è pensato, è già passato. Marte si sta avvicinando. Ce l’abbiamo ormai sottomano, nei progetti spaziali della Nasa o di Elon Musk. Il prossimo sogno sarà il sole. Avanzare, progredire verso l'immensa palla di fuoco. Come fece Icaro. Lui ci morì bruciato. Noi che faremo?

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