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Canili del Sud gestiti dalla malavita organizzata

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Aidaa denuncia gli 82 lager utilizzati come "centri di business clandestino". I guadagni superano i 100 milioni di euro l'anno

Eleonora Crisafulli
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Non solo traffici illeciti e pizzo, tra le forme di business della malavita organizzata adesso rientrano anche i canili. Lo rivela una ricerca di Aidaa, durata tre anni, che si è conclusa con una denuncia a diverse procure del sud Italia e delle Isole sugli 82 canili privati gestiti direttamente o attraverso fiduciari dalla malavita. I rifugi per i fedeli amici dell'uomo sono concentrati soprattutto in Campania, Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia, ma non mancano casi nel centro-nord Italia. Spesso i caili in questione sono già stati riconosciuti come "lager" dove gli animali sono tenuti in condizioni pessime sotto il profilo igienico-sanitario. In questi contesti la popolazione canina è in forte sovrannumero e non è possibile a pubblico ed associazioni animaliste entrare per controllare lo stato di benessere degli animali né adottare i cani che rappresentano per i gestori una fonte di reddito non indifferente. Negli 82 canili lager sono presenti 35.000 cani rispetto ad una capienza massima consentita di poco inferiore ai 20.000 animali. Fonti di guadagno - La malavita oltre a gestire il flusso di denaro pubblico per il mantenimento dei cani (molti dei quali morti ma presenti sui registri  che si aggira complessivamente sui 22 milioni di euro in entrata rispetto a meno di un terzo spesi per il reale mantenimento dei cani, gestisce anche altre attività illegali assolutamente redditizie quali la vendita dei cani a paesi esteri destinati alla vivisezione o in caso di cuccioli ad essere venduti in Germania (per ogni cucciolo si guadagnano fino a 200 euro) o in altri paesi del Nord Europa.Tra le altre attività criminose vi sono i combattimenti clandestini con giri di affari per decine di milioni di euro l'anno. Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa, ha spiegato che la malavita usa i canili come "centro di business clandestino, infatti oltre ad introitare soldi puliti dai comuni per il mantenimento dei cani, business che permette guadagni a sette cifre, il vero giro di affari loschi sta nella vendita dei cani verso i paesi del nord Europa e nei cani ospitati nei canili usati spesso anche nei combattimenti clandestini, fenomeni questi ultimi che fanno lievitare i guadagni della malavita organizzata a cifre superiori ai 100 milioni di euro l'anno”.

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