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Veronesi, tra ricerca contro i tumori e il nucleare

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In un'intervista, l'oncologo parla della possibilità di usare virus "come veicoli delle terapie molecolari". E il nucleare? "Un bene per questo Paese"

carlotta mariani
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Virus e batteri potrebbero aiutarci nella battaglia contro il cancro. Lo dice Umberto Veronesi in un intervista a Qn alla vigilia della conferenza mondiale sul futuro della scienza, promossa dalla Fondazione Umberto Veronesi domenica prossima a Venezia. Tema dell'incontro “Virus, il nemico invisibile”. Per Veronesi, però, anche questi microrganismi possono far del bene. "Il legame tra virus e alcuni tipi di cancro è sempre più evidente" spiega l'oncologo, sottolineando la possibilità di usarli in “senso buono come veicoli delle terapie molecolari”. Su questo sta lavorando una sua collaboratrice, Maria Rescigno.  "L'idea - dice Veronesi - è utilizzare il batterio della salmonella per attivare il sistema immunitario malato a reagire contro le cellule tumorali. Partirà a maggio-giugno una sperimentazione per i malati di melanoma allo stadio avanzato ". Il cancro diventerà una malattia sempre più curabile? "So di essere impopolare - continua l'oncologo - ma penso che il nucleare sia un bene per questo Paese che amo e che vorrei vedere svilupparsi scientificamente, economicamente e civilmente, in linea con gli standard internazionali del progresso".  Veronesi si è dichiarato disponibile a guidare l'Agenzia per il nucleare, entrando in conflitto con il centrosinistra, schieramento a cui appartiene. "Mi sono sempre occupato di radioprotezione e l'Agenzia deve occuparsi proprio di sicurezza del nucleare nei riguardi della salute e dell'ambiente" ha sottolineato.

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