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Arance, il segreto dell'albedo: perché mangiare la parte bianca

di Paola Natali mercoledì 10 dicembre 2025

3' di lettura

Le arance (Citrus sinensis) rappresentano uno dei frutti più studiati per il loro contenuto di micronutrienti e composti bioattivi e sono uno dei simboli più riconoscibili dell’inverno mediterraneo.  Il consumo regolare è stato associato a effetti benefici su diversi sistemi fisiologici, sebbene esistano condizioni cliniche in cui l’assunzione deve essere moderata. Invadono mercati e cucine tra dicembre e marzo, periodo in cui raggiungono il picco di dolcezza e succosità. Ma oltre ad essere un frutto amato, le arance sono un concentrato di proprietà nutrizionali che vale la pena conoscere, insieme ad alcune precauzioni da tenere a mente.  Un’arancia di medie dimensioni copre gran parte del fabbisogno giornaliero di vitamina C, un antiossidante fondamentale per rafforzare il sistema immunitario, proteggere le cellule dallo stress ossidativo e favorire l’assorbimento del ferro vegetale.

Una porzione di circa 150 g di arancia apporta mediamente 60–80 mg di vitamina C, coprendo gran parte del fabbisogno giornaliero. Oltre alla vitamina C, le arance contengono flavonoidi – tra cui esperidina e naringenina – composti vegetali associati a effetti antinfiammatori, vasoprotettivi e potenzialmente utili per la salute cardiovascolare. La polpa e soprattutto l’albedo (la parte bianca interna) sono ricchi di fibre solubili, tra cui pectine, che rallentano lo svuotamento gastrico, modulano la risposta glicemica e favoriscono la regolarità intestinale. Le fibre invece aiutano a regolare l’intestino, contribuire al senso di sazietà e controllare i livelli di glicemia. Composte per oltre l’85% da acqua, sono ideali per mantenere una buona idratazione e hanno poche calorie, risultando adatte a quasi tutti i regimi alimentari.

Tra i benefici per la salute oltre al supporto al sistema immunitario, particolarmente utile nei mesi invernali, ricordiamo anche grazie a fibre e antiossidanti l’effetto di protezione cardiovascolare. Per la presenza di acqua e nutrienti svolgono anche un’azione disintossicante e migliorano la salute della pelle, grazie al ruolo della vitamina C nella sintesi del collagene. Con un contenuto d’acqua superiore all’85% e una bassa densità energetica (circa 45 kcal per 100 g), le arance contribuiscono all’idratazione e si integrano facilmente in un’alimentazione ipocalorica. Ricordiamo però che nonostante i numerosi benefici, esistono situazioni in cui il consumo di arance può essere sconsigliato o va limitato. Per alcune persone, l’acidità delle arance può peggiorare sintomi come bruciore, rigurgito acido o dolore allo stomaco e l’acidità può irritare ulteriormente le mucose già compromesse. In alcuni casi anche se meno frequente rispetto al pompelmo gli agrumi possono interferire con l’assorbimento di determinati farmaci. È consigliabile quindi seguire sempre le indicazioni del medico. In caso di colon irritabile in fase acuta la fibra e l’acidità possono accentuare i sintomi. Per consumare al meglio questo frutto è preferibile mangiarle intere anziché spremute poiché la fibra si conserva e gli zuccheri vengono assorbiti più lentamente. Anche la parte bianca che solimante viene scartata è ricchissima di flavonoidi.

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Le arance sono un vero tesoro della dieta mediterranea: nutrienti, dissetanti e ricche di sostanze protettive,  costituiscono un alimento ad alta densità di micronutrienti e fitocomposti, con effetti positivi documentati su immunità, salute cardiovascolare e difese antiossidanti. Pur essendo generalmente ben tollerate, alcune condizioni cliniche richiedono cautela. L’inserimento regolare del frutto all’interno di una dieta equilibrata rappresenta una strategia semplice e scientificamente supportata per migliorare diversi parametri di salute. Come spesso accade, la chiave è l’equilibrio: una buona arancia può essere un piccolo gesto quotidiano di salute e piacere.

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