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Papaya, alleata della digestione. Ma se ne mangi troppa... i rischi

di Paola Natali giovedì 18 dicembre 2025

2' di lettura

La papaya è diventata un frutto entrato nelle abitudini alimentari degli italiani, conquistando spazio non solo per il suo sapore delicato ma per le proprietà che la ricerca scientifica le riconosce. Originaria dell’America Centrale è oggi coltivata in molte aree del mondo e rappresenta un esempio di frutto a bassa densità calorica ma ad alto valore nutrizionale: circa 40 chilocalorie per 100 grammi, a fronte di un contenuto significativo di vitamine, minerali ed enzimi naturali.

Ricca di vitamina C, in quantità paragonabili a quelle degli agrumi, contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo; contiene inoltre vitamina A sotto forma di carotenoidi, utili per la salute della vista e della pelle, acido folico, importante per la produzione dei globuli rossi, e potassio, essenziale per l’equilibrio della pressione sanguigna.  Interessante dal punto di vista nutrizionale grazie alla papaina, ovvero un enzima proteolitico capace di facilitare la digestione delle proteine e di ridurre la sensazione di pesantezza dopo i pasti, questo effetto è confermato da diversi studi clinici sul funzionamento gastrointestinale. Le fibre presenti nella polpa favoriscono inoltre la regolarità intestinale, mentre i composti antiossidanti contribuiscono a contrastare processi infiammatori e invecchiamento cellulare. Come tutti gli alimenti funzionali, la papaya richiede tuttavia attenzione: in soggetti predisposti può causare reazioni allergiche, legate alla papaina o al lattice naturale contenuto nel frutto, e in gravidanza è sconsigliato il consumo di papaya acerba, che contiene sostanze potenzialmente stimolanti per l’utero.

Un uso eccessivo di questo frutto può provocare disturbi gastrointestinali e non va trascurata la possibile interazione con farmaci anticoagulanti. Per valorizzarne le proprietà è consigliabile consumarla cruda e ben matura, evitando cotture che inattivano gli enzimi digestivi. Ideale a colazione o come spuntino, può essere gustata da sola, in macedonia o nei frullati, magari con l’aggiunta di qualche goccia di limone o lime, che ne esalta il sapore e migliora l’assorbimento dei nutrienti. La papaya si conferma  un frutto moderno, capace di unire leggerezza, gusto e benefici documentati, dimostrando come anche un alimento semplice possa diventare un alleato quotidiano per la salute a tavola.  

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papaya
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