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Covid, lo studio: il 29% dei guariti nuovamente ricoverato e il 12% muore entro 140 giorni dopo la fase acuta

martedì 13 aprile 2021

2' di lettura

Dopo la pandemia di teme l'effetto del "long Covid" cioè degli effetti a lungo termine dell'infezione su chi ha superato la fase acuta. Lo rivela uno studio pubblicato sul British Medical Journal che ha messo a confronto 47.780 soggetti dimessi per Sars-CoV-2 dagli ospedali di quel Paese durante la prima ondata con la popolazione generale, bilanciando per età, sesso, etnia e vari fattori di rischio. Il 29,4% dei pazienti ospedalizzati per Covid ha avuto entro 140 giorni dal primo almeno un altro, successivo, ricovero, e di questi il 12,3% è deceduto. E inoltre c'è anche il rischio di sviluppare problemi respiratori in chi era stato ricoverato una prima volta per Covid rispetto alla popolazione generale era moltiplicato per 6 (il 30% dei dimessi ha sviluppato disturbi polmonari), quello di sviluppare diabete per 4,8, problemi importanti cardio-vascolari per 4,8, di sperimentare malattie renali di 1,5 e epatiche di 0,3.

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Il problema è che queste patologie colpiscono non soltanto chi ha più di 70 anni, ma anche i più giovani. In una recente indagine effettuata su 1.775 veterani americani ricoverati per Covid-19, è risultato che il 20% è andato incontro a un secondo ricovero e il 9% di questi è deceduto entro due mesi dalla dimissione, fa sapere il Corriere dell Sera. Un'altra ricerca statunitense ha scoperto che chi ha subito un ricovero abbia poi molti rischi di avre poi problemi renali, diabete, ictus, embolie polmonari, miocarditi e altro ancora. Insomma  il Sars-CoV-2 non causa danni solo ad alcuni organi come i polmoni, ma coinvolge tutto l'organismo "anche a distanza di settimane e mesi dal superamento della fase più acuta".

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E per ora i numeri che sono comunque preoccupanti sono limitati ai malati che hanno avuto un ricovero, non considerando tutti quelli che hanno sviluppato la malattia in forma più lieve e si sono curati a domicilio. Sono infatti ancora molto pochi gli studi sugli effetti a lungo termine dell'infezione su questa popolazione.

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