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Alcolici, attenti al Natale: la dose che stronca il fegato

di Redazione lunedì 15 dicembre 2025

2' di lettura

A dieci giorni dal Natale è già allarme binge drinking per chi beve "tanto alcol in poche ore". "Dare il via ad una vera e propria 'abbuffata alcolica' comporta seri rischi come intossicazione acuta, incidenti, lesioni e problemi di salute a lungo termine", ha spiegato all'Adnkronos Salute Gianni Testino, presidente della Società italiana di Alcologia (Sia). A preoccupare è la catena di brindisi, aperitivi e dopocena tipica soprattutto delle festività natalizie.

"Il fegato non riesce a metabolizzare grandi quantità velocemente, causando danni fisici e mentali e aumentando la possibilità di dipendenza. Il consiglio, se proprio non si vuole rinunciare al rito di bere per 'socializzare' con amici, colleghi e familiari, è di non consumare più di una unità alcolica a stomaco pieno per le donne, e non più di 2 unità alcoliche, sempre dopo aver mangiato, per gli uomini", ha spiegato l'esperto. Che dunque ha sottolineato: "Premesso che l'etanolo o alcol etilico - presente nella birra, nel vino, nei superalcolici e nello champagne - è di per sé una sostanza tossica, ci sono modalità di consumo alcolico che anche in persone che non assumono alcol abitualmente possono essere particolarmente dannose o scatenare problemi. Mi riferisco all'allarme 'binge drinking', una moda che non riguarda solo i più giovani". 

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Anche gli adulti, infatti, possono caderci: "Ci sono adulti che magari la sera di Capodanno assumono oltre 4 unità di alcol in poche ore (dalle 22 all'una di notte) tra aperitivo, prosecco, vino, champagne e superalcolici. Ma se alle donne occorrono 3 ore per smaltire 3-4 unità di alcol, agli uomini servono almeno 3-4 ore per smaltire gli effetti di 4-5 unità. Non solo, al di sotto dei 25 anni 2 unità di alcol sono già considerate binge drinking", ha affermato Testino. Che poi ha citato i dati 2025 dell'Istituto superiore di sanità per indicare chi oggi è a rischio in Italia: "Oltre 4 milioni di persone, circa 2.9 milioni sono maschi, e un milione e 230mila sono femmine". Sotto i 25 anni, ha aggiunto, "ogni episodio di 'binge drinking' infiamma il cervello: nell'immediato i giovani hanno la sensazione di non essere alcolisti, anzi, e di poter svolgere regolarmente mansioni psichiche e fisiche. Ma in realtà non hanno più la percezione del rischio, non sono più razionali. I ragazzi diventano aggressivi, le ragazze vulnerabili, tutti manifestano problemi di apprendimento e di linguaggio".

A rischiare di più, ha spiegato il presidente della Sia, sono soprattutto le persone con "ipertensione, fibrillazione atriale, fegato grasso, problemi al pancreas, patologie vascolari o cerebrali, perché l'alcol annulla gli effetti dei farmaci. Chi ha problemi cardiovascolari assumendo alcol ha una maggiore probabilità di andare incontro a infarto o a ictus emorragico. Tuttavia, anche coloro che hanno un fegato sano dopo un solo episodio di 'binge drinking' hanno una funzionalità epatica ridotta per qualche mese". Infine, ha precisato che se l'abbuffata alcolica "è occasionale, ovvero si trasgredisce una tantum, la funzionalità del fegato torna normale dopo 3 mesi, a livello cerebrale dopo 10 mesi". 

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