
Un anno di campagne dall'Artico al Canale di Sicilia

Roma, 28 dic. - (Adnkronos) - Dall'Artico al Canale di Sicilia, dalla difesa dell'ambiente alla lotta ai cambiamenti climatici. Il 2012 è stato un anno ricco di impegni per Greenpeace: la campagna “Save the Arctic” ha raccolto oltre 2 milioni di firme per impedire lo sfruttamento delle risorse petrolifere mentre il Canale di Sicilia è stato al centro delle iniziative di Greenpeace che ha condotto un tour estivo per fermare le trivelle e tutelare il mare creando delle aree protette. Ben 49 comuni, numerose associazioni locali e di categoria, e oltre 55.000 cittadini hanno aderito così alla campagna “U mari nun si spirtusa”. Per combattere il cambiamento climatico Greenpeace ha evidenziato l'impatto delle centrali a carbone anche in Italia, mentre la nave ammiraglia Rainbow Warrior ha condotto un tour nell'Oceano Indiano a caccia di pescherecci che praticano pesca illegale o distruttiva. L'Amazzonia e l'Indonesia sono stati un altro fronte su cui si è mossa l'associazione quest'anno per combattere la deforestazione, senza trascurare il mondo dell'editoria italiano, per spingerlo ad acquistare solo “carta amica delle foreste”. E il risultato è stato che nel 2012 tutti i primi 8 gruppi italiani hanno accettato i criteri ambientali richiesti dall'associazione. E se i fiumi messicani e cinesi sono inquinati dalle industrie del settore tessile, la pressione dei consumatori che hanno aderito alla campagna “Detox” di Greenpeace, ha portato grandi aziende come Zara a intraprendere un percorso per l'eliminazione entro il 2020 delle sostanze tossiche dai propri capi d'abbigliamento. E a proposito dei Maya, che hanno tenuto banco nell'ultima parte del mese di dicembre, nelle immagini diffuse da Greenpeace lanciano il loro messaggio dallo Yucatan proprio le comunità maya e non riguarda la fine del mondo, ma il rischio di contaminazione del miele, loro principale fonte economica, se venisse autorizzata in quel territorio la coltivazione di soia Ogm.
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