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La Rai rischia di perdere Sanremo, ira delle associazioni: "Hanno eliminato la musica, è un tradimento"

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Caterina Spinelli
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Un silenzio assordante. È quello che lamentano i produttori discografici che a tutt' oggi, a sette mesi dal Festival di Sanremo e a cinque da Sanremo Giovani, con agosto di mezzo, ancora non sono stati interpellati per la prossima edizione della kermesse. «Navighiamo al buio, non sappiamo ancora nulla» commenta Sergio Cerruti, presidente di AFI, l' Associazione Fonografici Italiani, «è tutto fermo in attesa delle nomine Rai e alla fine saremo costretti a fare tutto di fretta». Ma le incertezze riguardanti la manifestazione canora per eccellenza sono la punta dell' iceberg. ALTA TENSIONE A preoccupare le associazioni di categoria è infatti la sempre minore attenzione della tv di Stato nei confronti della musica, finora relegata in due soli programmi trasmessi su Rai Gulp, GulpMusic (ultima puntata oggi alle 18.30 con ospite Alessandra Amoroso) e TopMusic: due titoli che inspiegabilmente non sono stati riconfermati per la prossima stagione, nonostante siano condotti da due artisti molto amati dai ragazzi, Shade il primo e Federica Carta il secondo, siano sempre stati molto seguiti (anche sul web) e abbiano ricevuto diversi riconoscimenti, costando molto poco. Se dunque prima la musica poteva avere almeno due spazi sulla televisione pubblica, sia pure su un canale tematico e non su una delle tre reti principali, ora anche quegli ultimi presidi sono stati cancellati. «Lo considero un tradimento della missione della tv di Stato, che è quella di supportare la cultura», commenta Cerruti, «non entro nelle scelte editoriali, ma da quei due programmi sono venuti fuori bei nomi, non è una cantina ma una cucina dove si preparano piatti prelibati. Voglio fare un' istanza alla Rai perché vengano ridate due trasmissioni in cambio di quelle chiuse, bisogna garantire degli spazi promozionali per i giovani». Tanto più che corre voce che anche Sanremo Giovani possa essere "declassato", con la riduzione da due a una unica serata dedicata ai nuovi talenti, e che addirittura questa unica serata potrebbe non andare in onda su Rai1 ma su RaiPlay. «Non sono riusciti a trasmettere nemmeno Musicultura, eppure era condotto da Enrico Ruggeri e c' erano fior fior di artisti», prosegue ancora il presidente di AFI, che si lamenta anche del fatto che per il Festival di Sanremo le associazioni di categoria siano sempre chiamate solo a «sottoscrivere il regolamento, che ci arriva già redatto: in pratica è un modulo di adesione». RISCHIO BOICOTTAGGIO La Rai, insomma, chiude programmi musicali (anche se funzionano), snobba festival storici (la sopra citata Musicultura, tre serate di cui Rai3 trasmetterà una sintesi il 26 luglio) e restringe la vetrina per gli emergenti, concentrandosi tutta su Sanremo. Senza però coinvolgere AFI, FIMI e PMI, che ora hanno intenzione di chiedere un incontro con l' ad Rai, Fabrizio Salini, per avere notizie sulla prossima edizione. Ma cosa succederebbe se queste rifiutassero di firmare il regolamento e i produttori, oggi sul piede di guerra, decidessero di boicottare la kermesse? La Rai si ritroverebbe costretta a rinunciare al Festival. Già nel 2004 la FIMI si rifiutò di portare i propri artisti all' Ariston e questa "ribellione" costrinse la Rai ad aumentare i rimborsi agli artisti. La storia è destinata a ripetersi? di Loredana Soriano

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