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Italia ancora senza Oscar Bocciato il film dei Taviani

Il nostro cinema italiano sempre più snobbato. Non è piaciuto "Cesare deve morire"
di Eliana Giusto domenica 23 dicembre 2012

3' di lettura

    di Giorgio Carbone Cronaca di una sconfitta annunciata. Non siamo geni e non abbiamo la sfera di cristallo. Ma non occorreva genio né sfera per prevedere che nella corsa agli Oscar per il film straniero saremmo arrivati penultimi o terzultimi. La notizia fresca di ieri sera è che Cesare deve morire dei fratelli Taviani, il concorrente italiano di quest’anno,  è stato scartato ai quarti di finale (non agli ottavi perchè gli ottavi non c’erano). In altre parole Cesare non entra tra i nove che si contenderanno fino all'ultimo la statuetta. E perché dovrebbe entrarci? Che chances avevano i buoni fratelli contro il francese Quasi amici e contro Amour di Hannecke?  Credo che ne fossero  ben consci  i membri della commissione incaricata ogni anno di scegliere il nostro cavallo da mandare alla competizione di Los Angeles. Povere anime, avevano poca, pochissima scelta:  Cesare deve morire (che in fondo aveva avuto l’Orso d’oro a Berlino),  il dignitoso Reality di Matteo Garrone, Bella addormentata di Marco Bellocchio  che poteva diventare  un gran film  che Bellocchio almeno una volta si fosse dimenticato dei suoi fantasmi. Nessuno dei tre disponeva di grandi carte, e di questo ne erano tutti consci. l’Orso ai Taviani era solo uno dei gentili riconoscimenti che la gente di cinema ogni tanto ai suoi grandi vecchi. Piaceva, era simpatico omaggiare la bella terza (o quarta?) età  degli ottuagenari fratelli. Ma se Cesare l’avesse diretto un giovane avrebbe avuto solo un successo di stima. I concorrenti - Reality ha avuto apprezzamenti a Cannes, ma nella carriera di Garrone (Gomorra) non è un passo avanti. Chiamiamolo una dignitosa  pausa di riflessione. Bella addormentata di Bellocchio. Era il migliore del terzetto. Ma la commissione l’ha scartato perchè l’ostile atteggiamento a Venezia del presidente della giuria, il molto americano  Michael Mann faceva prevedere una probabile ostilità anche da parte  di giudici all americans come quelli dell’Accademia  degli Oscar. Che ci aveva poi contro Bellocchio, il Mann di Collateral? Non penso che lo giudicasse un brutto film (non lo è il Marco da Piacenza è bravo a 70 anni come non lo era a 40). Solo non l’aveva interessato l’argomento, cioè l’eutanasia. Sul quale cinema e televisione americani hanno rovesciato nell’ultimo trentennio una valanga  di film e telefilm. Per la verità non interessa nemmeno in Italia. È stata la battaglia per la vita e per la morte di Eluana Englaro a sollevare il «caso» a livello di talk show del pomeriggio.  A spingere a dibattere e  legiferare politici alla quale  il problema  importava poco. Una battaglia portata avanti da un’elite (non è un caso se nell’Addormentata Emma Bonino ci fa un figurone).  Insomma, non c’è niente da stupirsi se quelli dell’Oscar ci trattano da minorati. Anche gli anni passati, nessuna candidatura per La prima cosa bella di Paolo Virzì (2010) e Terraferma di Emanuele Crialese (2011, sotto). L’ultima volta che l’Italia è stata presa in considerazione agli Oscar è stata nel 2006, con La bestia nel cuore di Cristina Comencini, che comunque non vinse. Non facciamo film né belli né interessanti per il pubblico internazionale. Lo disse un vecchio nostro fan, Quentin Tarantino, lo scorso anno a Venezia, l’hanno ribadito Michael Mann e i giurati dell’Oscar. Al pensiero ingroppiamo. Perché l’Award al film straniero lo vincerà il francese Quasi amici. Che tratta un grosso problema , quello della società multietnica, ma nel comtempo, diverte. Sapete cosa ha detto il regista? Che ha voluto fare una commedia all’italiana.   «quasi amici» e c. - Per la cronaca, comunque, oltre alla struggente storia del badante di colore e del ricco invalido, gareggeranno per la statuetta di miglior film straniero anche Amour dell’austriaco Michael Haneke e Quasi amici dei francesi Olivier Nakache e Eric Toledano. L’Academy Awards annuncerà le 5 nomination finali il prossimo 10 gennaio mentre la cerimonia degli Oscar è in programma il 24 febbraio.  Gli altri film selezionati ci sono War Witch del canadese Kim Nguyen, No del cileno Pablo Larrain, A royal affair del danese Nikolaj Arcel, The Deep dell’islandese Baltasar Kormakur, Kon-Tiki dei norvegesi Joachim Rinning e Espen Sadeberg, Dietro le Colline del rumeno Cristian Mungiu e Sister della svizzera Ursula Meier.    

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