L'addio a un maestro

Costanzo, l'uomo che ha sfidato la mafia: l'attentato e il gesto storico in tv


Ha atteso che il boss dei boss che lo voleva morto finisse finalmente dietro le sbarre. Un mese dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro che nel 1994 aveva preparato un attentato per tappargli la bocca, Maurizio Costanzo si è spento a Roma all'età di 84 anni. Il superlatitante non gradiva che il giornalista, amico del giudice Giovanni Falcone, si impegnasse come uomo e professionista nella lotta alla mafia e diede l'ordine di farlo fuori. L'operazione mafiosa però fallì. Costanzo ha ricordato più volte l'attentato di via Fauro come il come il più brutto e il più bello della sua vita: "Cosa nostra mi dedicò 70 chili di tritolo mentre tornavo a casa in macchina con Maria. Il bello è stato accorgerci che eravamo vivi". Poi nel 2020 la rivelazione: "Mi risulta dai magistrati di Firenze che Messina Denaro sia venuto al Teatro Parioli durante il Maurizio Costanzo Show per vedere se si poteva fare lì l'attentato. Sarebbe stata una strage. Hanno deciso di farlo quando uscivo dal Parioli", rivelò il conduttore.

 

 

Le indagini successive e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia accertarono che gli autori dell'attentato erano proprio alcuni mafiosi e che Costanzo era uno dei principali obiettivi da eliminare per Cosa nostra a causa delle sue trasmissioni. In seguito all'omicidio di Libero Grassi, Costanzo insieme a Michele Santoro realizzò una maratona Rai-Fininvest contro la mafia. Memorabile rimase la scena in cui Costanzo bruciò in diretta una maglietta con scritto "Mafia made in Italy". Proprio questo suo impegno sembra essere la causa, il 14 maggio 1993, dell'attentato: una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose a Roma in via Ruggero Fauro (vicino al Teatro Parioli). Al momento dell'esplosione erano in transito due autovetture: una Mercedes blu, presa a nolo la mattina stessa, condotta da Stefano Degni, su cui sedevano Maurizio Costanzo (di ritorno dalle registrazioni del Costanzo Show) e la sua compagna Maria De Filippi e, a brevissima distanza, una Lancia Thema con a bordo le guardie del corpo. Fortunatamente, non ci furono vittime e gli occupanti della Mercedes rimasero illesi per un ritardo del passaggio dell'auto nella zona nello scoppio causato dal telecomando e da un muretto di una scuola che fece da protezione all'automobile blindata di Costanzo.