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David Parenzo e il nonno fascista: "In punto di morte..."

di Roberto Tortora martedì 4 luglio 2023

3' di lettura

Co-conduttore de La Zanzara su Radio 24, in televisione su La7 con In Onda, saggista e scrittore. Il poliedrico David Parenzo si è concesso in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha ripercorso le proprie origini e raccontato il suo spettacolo teatrale dal titolo inequivocabile: "Ebreo". Durante l’intervista, però, è emerso a sorpresa un lato fascista della sua famiglia, in particolare il nonno materno, di cui Parenzo non parla spesso per ovvi motivi: “Sì, era fascista. Si chiamava Sebastiano Caracciolo. Figlio di socialisti di Catania, giovanissimo era partito volontario in guerra a Sarajevo e lì aveva conosciuto mia nonna Greta, di cui si era subito innamorato. Il conflitto divise i loro destini: lei deportata; lui catturato dagli inglesi e spedito a Casablanca. Dopo la guerra lui la fece cercare tramite la Croce Rossa e tornarono insieme. Fece carriera in polizia, finendo come questore a Cremona. Morì di cancro nel 2013, senza mai rinnegare la propria fede. Non le dico a casa le discussioni: mi ricordo da piccolo, a tavola, con l’altro nonno, quello paterno, che era di sinistra, un po’ radicale, un po’ del Pci...”.

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Parenzo si interrompe di colpo e telefona alla mamma prima di proseguire e la telefonata è surreale: 
-    David: “Mamma scusami, il Corriere mi fa un’intervista, anche personale. Lo posso raccontare del nonno, lo dico, va bene?
-    Mamma Parenzo: “Tuo bisnonno Cellino era contrarissimo che lui partisse volontario!”
-    David: “Ma non te l’ho mai chiesto: dopo la guerra, il fatto che la nonna avesse fatto il campo di concentramento e lui avesse combattuto per Mussolini... non era un problema?”
-    Mamma Parenzo: “Era un grande dolore... Ma nonno Sebastiano non aveva niente contro gli ebrei. Era di quel fascismo idealista, nazionale, nel senso della romanità, dannunziano”.
-    David: “Quelle caz***te! Ma posso dire anche è stato il fondatore di quella branca della massoneria, del rito...?”.
-    Mamma Parenzo : “Sì, rito scozzese, antico e accettato!”
-    David: “Adesso alla Zanzara diranno: ecco, anche tu hai un nonno fascista e pure massone!”

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Riattaccato il telefono, Parenzo ha chiuso con una considerazione sul fascismo di allora: “La situazione era più complessa. Non c’era nulla dell’affarismo di oggi e il fascismo ad un certo punto mise pure al bando la massoneria, c’era in lui quindi questa doppia contraddizione. Questo anche per dire della complessità della famiglia in cui sono nato e in cui sin da piccolo si è parlato di politica”.

Nel corso dell’intervista, infine, il giornalista di Radio 24 ha spiegato meglio il suo spettacolo e le sue origini ebraiche: “In platea vengono i ventenni, pensano di assistere alla Zanzara. E invece parlo di pane azzimo e delle mie radici”. Il riferimento è chiaramente all’ebraismo, un problema più da piccolo per lui che in età adulta: “Alle elementari, durante l’ora di religione, non dicevo le preghiere e una maestra chiamò i miei genitori dicendo: ‘Vostro figlio si spaccia per ebreo’. Mi cambiarono di istituto. Al liceo invece ogni tanto qualche battuta antisemita: tornavo a casa un po’ ferito”. La sua formazione ebraica all’ombra del papà e dei nonni: “Emanuele Parenzo, anche lui avvocato come mio papà, venne espulso dallo studio dopo le leggi razziali: scappò in Svizzera con la nonna, che rimase muta per due giorni di fila. Poi c’era nonna Margherita, detta Greta: finì a Bergen Belsen con il padre e la sorella, si salvò solo lei perché parlava tedesco e capiva i comandi”.

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