Chiara Ferragni, arriva il verdetto sull'Ambrogino d'oro: no alla revoca
Alla fine il verdetto è arrivato. Il Comune di Milano non revocherà l'Ambrigino d'oro a Chiara Ferragni. È questo infatti l’esito del voto espresso questa sera dal Consiglio comunale su un ordine del giorno a prima firma del capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo Truppo. Ventuno gli astenuti, 8 i favorevoli e 2 gli astenuti. A esprimere il parere negativo della giunta il sindaco Giuseppe Sala.
"Sugli Ambrogini Io mi sono espresso molte volte - ha detto Sala - magari in maniera scomposta, da un lato sostenendo come dovrebbero essere assegnati, cioè che forse sarebbe meglio assegnare una onorificenza a persone che si distinguono veramente e che non hanno diritto ad altri riconoscimenti. Mentre spesso lo diamo a persone che dalla città hanno già molto. Noi diamo l’Ambrogino a persone che servono le istituzioni ma se facciamo un’analisi non sempre ci si ritrova in questo principio per cui io invito il consiglio a lavorare e a ripensare il regolamento perché allora noi dovremmo essere in grado di poter dire che queste fattispecie un pò più specifiche portano alla revoca. Comunque siamo contrari, sono contrario, e spero che anche questo caso dia la stura a una riflessione sugli Ambrogini, che sono una cosa importante per la città".
Poi il sindaco ha aggiunto: "Dobbiamo abituarci tutti a far sì che la magistratura faccia il suo corso. Chiara Ferragni, per quello che la conosciamo, ha una solidità tale da poter reagire anche a qualcosa che le si scaraventa addosso, ma non lo sappiamo. Quindi credo che attendere che la magistratura faccia il suo corso in modo compiuto sia utile". La medaglia d’oro, massima onorificenza del Comune di Milano, era stata assegnata alla coppia Ferragni-Fedez il 7 dicembre 2020 per il loro impegno durante la pandemia su proposta del capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico. Consigliere che oggi difende la scelta di allora e biasima l’ordine del giorno dei compagni di opposizione, riaffermando i meriti della coppia che all’epoca sostennero "una raccolta fondi che permise di ampliare la terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele, di realizzare una sala operatoria e una sala diagnostica all’avanguardia".
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