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Roberto Vecchioni e il figlio morto: "Il mio grande rimorso e il segreto con mia moglie"

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Un dolore e un rimorso che non passeranno mai. Roberto Vecchioni torna a parlare della morte del figlio Arrigo, che si è spento a soli 36 anni quasi un anno fa, il 18 aprile del 2023 dopo aver lottato per molti anni con un pesante disagio psicologico.

Al Corriere della Sera, presentando il suo libro Tra il silenzio e il tuono, il cantautore milanese ammette: "Il dolore più grande sta sempre nel rimorso, quello di aver messo la mia vita davanti alla sua. Non passa, non mi passerà mai". "Nel libro - sottolinea l'autore di Luci a San Siro, Samarcanda, Sogna ragazzo sogna e Chiamiami ancora amore -, quando ne ho parlato (della morte di Arrigo, ndr), l'ho fatto volutamente sotto metafora. Quella dell'ultimo autovelox, quella della penna piantata nel suo cuore e addirittura quella del dolore espresso non da me, ma dalle cose intorno in quella buia notte: le piastrelle dell'ospedale, i neon, gli insetti...". 

Una tragedia che ha messo ancora una volta a dura prova il rapporto con la moglie. "Ogni amore è diverso - riflette ancora Vecchioni -, la mia e di Daria è una casa forte, solida, incurante alle confluenze di bene e male. Ci teniamo le mani sull’orlo di questa voragine che è la vita, tentando di vederla come una collina fiorita. Ogni tanto uno inciampa e l’altro lo solleva. Ogni tanto di notte (ci sono notti così) non leggiamo bene i nostri contorni, eppure di tempeste ne abbiamo oltrepassate tante. C’è un piccolo segreto tra noi: nei periodi in cui uno di noi due è più forte deve, sopprattutto nelle cose piu piccole, dare ragione all’altro. Confesso che io ho contravvenuto spesso alla regola. Lei mai".

Poche settimane fa, intervistato da Mara Venier a Domenica In, l'artista 80enne aveva commosso l'Italia: "Mi viene in mente Eschilo che diceva: 'Si impara soffrendo'. La felicità non insegna niente. Il dolore ti insegna le cose, la felicità no. Dobbiamo impegnarci a capire come si può fott*** il dolore. Io ho avuto un dolore molto grande, che non passa mai. Quando va via una persona così bella e così aperta come lui. Il mondo non se lo meritava. Lui ha lottato per 17 anni. Io sono convinto che ci sia un segno in tutto questo. Dio non fa mai le cose a caso. Per me adesso è importante il sorriso di mia moglie Daria".

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