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Non è Alberto Sordi, sono nonni attori: il calendario con le foto dei film passati alla storia

di Gigia Pizzulo mercoledì 25 dicembre 2024

3' di lettura

Nonni in casa di riposo diventano attori per un giorno e finiscono sul calendario della Rsa. Truccati di tutto punto e vestiti con abiti di scena, alcuni anziani si sono divertiti e reinterpretare scene cult di film italiani e internazionali, un po’ per gioco un po’ per partecipare alle attività dell’equipe di animazione. Una decina di persone, tra gli 80 e 90 anni, si sono cimentate per la prima volta con maquillage e parrucco per essere poi fotografate e diventare le star del 2025. Momenti unici e indelebili che rallegrano le giornate di questi anziani e del resto, seppur vero che la cronaca ci ha abituati a sentire solo il racconto di episodi negativi, chi l’ha detto che nelle case di riposo non possano accadere cose meravigliose tanto che qualcuno degli ospiti realizzi anche il proprio sogno nel cassetto? Succede nella Fondazione Restelli di Rho, Comune dell’hinterland milanese, dove l’equipe degli educatori, la direzione sanitaria e il cda hanno deciso di dare continuità ad un progetto che vede i propri ospiti protagonisti in quelle che sono le attività quotidiane.

E così Stefano di 87 anni ha interpretato Alberto Sordi in “Un americano a Roma” nella famosa scena degli spaghetti, si è emozionato a tal punto che, pur recitando solo per pochi istanti, ha voluto come ricordo alcuni elementi di scena; Milena che ha impersonato “Mrs Doubtfire” ha visto il film e poi ha voluto cucire lei stessa la gonna da indossare per lo scatto fotografico; la sciarpa di “Mary Poppins” indossata da Ernesta è stata invece lavorata a mano, con perfetta imitazione di quella indossata nel film. Giuseppe che interpreta Peppino de Filippo nella scena con Totò in centro a Milano, si era tagliato i baffi perché non aveva più voglia di averli, ma appena è stato coinvolto nel progetto se li è fatti ricrescere. Gli abiti, donati dall’Armadio Solidale di Dairago, sempre in provincia di Milano, sono stati riadattati per interpretare i vari ruoli, la post produzione del fotografo ha poi eliminato ogni difetto.

«Il progetto della nostra equipe educativa nasce per coinvolgere gli ospiti, sia della Rsa che dei mini alloggi protetti – spiega la direttrice sanitaria della Fondazione, Cecilia Gulisano –. Grazie alla collaborazione di tutti siamo riusciti a renderli attori, a far vivere loro il set fotografico e vederli emozionati e felici. È stato splendido. Ci soffermiamo a guardarli mentre portano i familiari a vedere le loro foto allestite in una mostra all’ingresso della Fondazione, sono orgogliosi. Per noi un’ennesima bella esperienza di lavoro in equipe». «Il cinema e la fotografia sono stati scelti come mezzi privilegiati per il loro potente impatto comunicativo ed emotivo - spiega Ada Carrera, responsabile del Servizio Educativo -. Queste forme d’arte permettono di esplorare e reinterpretare la realtà, offrendo agli ospiti l’opportunità di esprimere sé stessi con modalità nuove e creative. Durante la preparazione delle scene cinematografiche, gli ospiti si sono immedesimati in personaggi e situazioni, rafforzando la loro autostima e stimolando la loro immaginazione. Un’esperienza che arricchisce il loro percorso educativo e favorisce lo sviluppo di competenze relazionali e sociali».


Il “Calendario CineScatti”, realizzato per celebrare i 70 anni della Rsa, è stato voluto in continuità a “Volti d’autore”, che nel 2018 raccoglieva 12 opere d’arte attraverso altrettanto meravigliosi volti di ospiti della residenza per anziani e degli alloggi protetti. «Immagini che includono sia gli ospiti che il personale, catturano il senso di comunità e l’impegno condiviso nella realizzazione delle stesse – conclude il direttore, Giuseppe Re -. Le opere testimoniano l’importanza del lavoro collettivo e il valore del progetto, un ultimo scatto va a fotografare i dipendenti e i collaboratori che animano i nostri servizi con il loro lavoro di cura, intesa nel senso più ampio del termine, ponendo sempre al centro l’anziano e la sua fragilità».

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