"La morte non può essere un tabù". A dirlo è Ornella Vanoni. A 90 anni la cantante si dice pronto, "fa parte della vita e quando si ha la mia età la si deve pensare, senza ansia, come vicina". Presentando il suo ultimo libro al Salone del Libro di Torino, scritto a quattro mani con Pacifico. Vincente o perdente, l'artista ha lanciato un chiaro messaggio al pubblico in sala: "Non fate come me, che non sapevo proprio amarmi. Guai a non prendere gli psicofarmaci, se li usate e state bene: non smettete, terminate la cura, sennò non guarirete".
Una delle cure che più preferisce? Stare a contatto con i giovani. "Sono punture di Samir: mi tirano su, mi fanno stare bene. E non sono cretini, sono come noi da giovani solo che la vita promette loro pochissimo". Ma per l'occasione la Vanoni vuole anche scuotere la politica: "Non siamo contenti noi italiani, in questo momento. Non possiamo essere contenti, proprio per niente. Io chiedo a tutti: ma la sinistra, dov'è? Ma che fine ha fatto? Ma tutta l'Europa, tutto il mondo, tutti a destra: si sono addormentati? Ma dove sono, cos'è successo? Rimane un mistero".
Infine, tornando al libro e alla sua vita, si lascia andare a un'amara battuta: "Non so se arrivo a Natale. Perché io di certo non ho il bilancino, è andata com'è andata. Non amo fare bilanci, ma sono stata triste e felice, fortunata e sfortunata".