Nessuno tocchi la sua troupe: una inviata e due operatori di Dritto e rovescio, su Rete 4, sono stati brutalmente aggrediti con una mazza ferrata a Torino, nel difficile quartiere di Barriera di Milano, e Paolo Del Debbio perde la calma. Per il conduttore non siamo di fronte a un semplice «agguato»: questo è un «salto di qualità», di stampo quasi terroristico, roba da «criminalità organizzata».
La giornalista Erika Antonelli stava realizzando un servizio sulle baby gang, in particolare sullo youtuber Don Alì, che spesso si rende protagonista di imprese ai limiti della legalità, quando un malvivente ha pensato bene di mandare loro un pizzino. «Questa persona aveva una mazza di almeno 30 centimetri. Quello che mi è rimasto impresso è che la parte superiore di questa mazza aveva tre chiodi - spiega l’inviata -. Tre chiodi grandi che spuntavano, con cui non si è fatto nessun problema a colpire la nostra auto parcheggiata. Noi dentro, inermi, a fare il nostro lavoro. Io, Nicolò Cicala e Andrea Grattarola, ottimi professionisti. Fino a spaccare il lunotto posteriore e danneggiare gravemente il vetro anteriore, che aveva tre fori, con il vetro rientrato. È stato agghiacciante». «Abbiamo avuto molta paura - prosegue -, perché non eravamo in grado di prevedere quello che avrebbe potuto fare questa persona. Lui è corso verso di noi con la mazza in mano, non si è neanche premurato di nasconderla. Ci ha guardato, è arrivato correndo e ha iniziato a colpire. E poi è scappato».
«Erano incappucciati, se non sbaglio Erika, vero? - interviene quindi Del Debbio - Incappucciati, quindi dei vigliacchi, perché chi combatte per una causa va a volto scoperto. Così come io dico a voi a volto scoperto che siete degli stronzi, ma non mi intimidite, perché io la settimana prossima vengo lì e abbiate il coraggio a volto scoperto di venire a parlare, di confrontarvi, di dirmi le vostre ragioni. Io vi dirò le mie e non occorre portare una mazza, basta portare il cervello, se ce l’avete e in che quantità e soprattutto se le sinapsi collegano i neuroni, perché quello è il punto. Questo fatto non va sottovalutato, perché così è la prima volta che ci capita».