Verdissima

Che tempo che fa, la Littizzetto esplode: "Dividetevi il merd***e"

Roberto Tortora

Una Luciana Littizzetto ecologista quella che, nell’ultima puntata di Che Tempo Che Fa sul Nove, ha scritto la consueta letterina di fine intervento, praticamente un monologo sull’inquinamento dell’aria di Milano e del nord-Italia. Queste le parole della comica, rivolte ai sindaci: "Se lavorate insieme, sindaci della Pianura Padana, in una grosse koalision, il merdone che si scatenerà con le nuove regole almeno ve lo dividerete tra tutti. Cercate meno consenso e fate più azioni di senso. Siate più intelligenti di noi. E soprattutto sappiate, cari sindaci padani, che qualsiasi strada prenderete per migliorare le cose perderete voti e consenso. Chiudete il centro? Si incazzeranno i commercianti. Chiudete le tangenziali? Si incazzeranno i pendolari che non potranno arrivare in centro. Aumentate il trasporto pubblico? I taxi saranno sul piede di guerra. Diminuite i gradi di riscaldamento in casa? Gente come me che ha sempre freddo vi manderà a stendere e poi comprerà trenta pigiami felpati online”.

Quindi, il j’accuse della Littizzetto va ai cittadini italiani: “Perché a noi piace accusare i politici di non fare niente. Ma siamo i primi che non vogliamo cambiare nulla. Disperati se il pianeta si riscalda, però con la coscienza a posto perché buttiamo la bottiglietta nella plastica… ma come ci rompono i maroni davvero, Ciao. Noi vogliamo avere sempre la macchina sotto il culo, parcheggiare in tripla fila, mangiare bistecche tre volte al giorno, stare in casa col riscaldamento a palla a coltivare le orchidee come Nero Wolfe, o col walter di fuori soprattutto a dicembre. Lavandoci i capelli ogni mezzora che ogni volta scende il livello del lago di Como di 10 centimetri. Per cui caro Sala, Lorusso e tutti gli altri. Prendete voi provvedimenti. Anche drastici. Fate cose impopolari, fatevi odiare, sobbarcatevi il peso del nostro malcontento, ci vedrete grondare bile, vi fischieranno le orecchie come in un concerto dei Metallica, riceverete sui social insulti a valanghe e dal vivo a quintali, ma dateci in cambio la salute. Restituiteci l’aria”.

 

 

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La comica chiede città più green, con più mezzi pubblici e meno auto: “Pedonalizzate più che potete, ma potenziate i mezzi pubblici così i commercianti potranno avere lo stesso i clienti, cambiate gli autobus che sono vecchi trattori che sgasano fumo nero, e fate che siano sempre disponibili come per Lollobrigida. E per un po’, vista la gravità della situazione, fateci viaggiare gratis come hanno fatto per un po' a Parigi. Incentivate il riscaldamento elettrico e il teleriscaldamento, favorite, anzi obbligateci allo smart working. A casa ci fate spegnere la spia della tv per risparmiare e poi lasciate le vetrine dei negozi e quelle degli uffici accese anche di notte? Obbligateli a spegnerle. Potete farlo. Non possiamo far smettere di scorreggiare le mucche degli allevamenti, ma possiamo piantare alberi e non buttare giù quelli che ci sono. Bene i boschi verticali ma fate anche quelli orizzontali. Piantiamo centinaia, migliaia, di alberi, e negli angolini incolti che sembrano discariche consentite ai cittadini di piantarci fiori, aceri, e palmette, e cipressi, e anche alberi di Meloni, se le condizioni climatiche lo consentono”.


Quindi, la conclusione della Littizzetto: “Tutto questo vi farà vincere le prossime elezioni? Non credo. Temo di no, anzi, è già tanto se vi vota vostro cognato. Quindi forse finirete ai giardinetti. Che però saranno  rigogliosi, e noi vi faremo compagnia e respireremo tutti meglio. Con affetto e fiato, Luciana”. 

 

 

 

A questa lettera, segue un lungo post scriptum: “E voi giornalisti. Cercate di pubblicare dati corretti, sennò al sindaco Sala fumano e dopo aumenta ancora di più l’inquinamento. Cari sindaci. Non chiediamo tanto. Non vogliamo il pane e le rose, ci basta RESPIRARE. E invece no. Anzi, noi abbiamo chiesto all’Europa, che voleva che ci mettessimo a norma per migliorare l’ambiente, una deroga di 10 anni, dico bene? Quindi la scadenza sarà il 2040. E fino al 2040 cosa facciamo? Stiamo in APNEA come canta Emma? Eh… solo quando c’era il lockdown c’era aria buona. Ho capito. Ma cosa dobbiamo fare? Sperare che arrivi il dengue, la peste del cervo americano e la tigna del suoni per ritrovare un po’ di aria decente? E poi vi prego cari sindaci. Non fate finta. Non tirate fuori provvedimenti farlocchi. Divieto di circolazione della macchina Euro 2 dei Flinstones. E divieto di fuochi all’aperto. Ma chi cazzo è che accende fuochi a Milano? Ci sono forse gli Apache a Milano? C’è una incontrollabile smania di barbeque? Una carbonella week che non conosco? A Parma ci sono ancora i roghi delle streghe? Non bastano più le aree B e C D e tutto l’alfabeto. Qui per risolvere questo problema serve che vi mettiate TUTTI d’accordo”.


Dai casi di Milano, infine, Luciana Littizzetto chiude con la sua città, Torino: “C’è una specie di lana di vetro che circonda la Mole. I bambini hanno sempre la tosse da settembre a luglio, sembrano usciti dal Libro Cuore, se ti muovi in bici torni a casa nero come un cormorano, persino i cani hanno imparato a camminare a due zampe per non avere i tubi di scappamento ad altezza naso. Altro che fare 10 mila passi al giorno per mantenere elastiche le articolazioni… ma se fai diecimila passi al giorno ti stucchi i polmoni di piombo e ti viene un’asma coi fischi che sembri Roberto da Crema. Dobbiamo stare con le finestre chiuse, ci dite. Certo. Sottovuoto, come dentro un Tupperware”.