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Michele Emiliano: "Senza fare commenti, mi tengo il M5s". Com'è ridotta la sinistra

Claudio Brigliadori
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Bollito piemontese, amaro lucano e ora pure le bombette pugliesi. Che il campo largo del centrosinistra sia un piatto indigesto, in mappazzone politico destinato ad andare di traverso a molti lo confermano le surreali vicende di questo giorni.

A rasserenare il clima ci prova il volenteroso governatore della Puglia Michele Emiliano, ma le sue parole a La7 rischiano di sortire l’effetto opposto. «Dare giudizi dall’esterno è difficile», premette l’ex magistrato in collegamento con David Parenzo a L’Aria che tira, affrontando il tema Basilicata. «Io posso solo dire di guidare una regione dove il campo largo è una realtà da anni, io ho patito le pene dell'inferno con Pd e M5s, ma anche con Azione e Italia Viva. C’è stato un momento in cui il Pd aveva in odio il M5s, un momento in cui il M5s aveva in odio il Pd e si è alleato con la Lega. Poi abbiamo subito la doppia scissione come Pd di Azione e Iv. Calenda qualche volta ha persino detto che io ero il peggiore governatore d’Italia, Renzi nel suo libro mi ha dedicato un capitolo dicendo che io l’avevo trasformato in un mostro...».

 

Se voleva fornire una immagine edificante della coalizione (che non c’è), diciamo che poteva scegliere altri esempi. Tuttavia, prosegue Emiliano facendo sfoggio di saggezza da amministratore di lungo corso, «la politica non è il terreno delle reazioni emotive. Quindi continuo in maniera imperterrita, senza fare commenti, a tenere in giunta il M5s, che ho battuto nelle elezioni del 2020. Stiamo facendo uno sforzo enorme per tenere il M5s anche nelle elezioni comunali di Bari. Io avevo persino predisposto un accordo tra Pd e M5s se non per fare un’alleanza, almeno per fare delle desistenze dei collegi che ci avrebbero consentito di non far vincere la Meloni, ma non è stato possibile neanche questo». Sarà per il menù poco invitante?

 

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