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Studenti "somari" sulla Liberazione: nessuno sa cosa è

di Ignazio Stagno giovedì 24 aprile 2025

3' di lettura

Il 25 Aprile, questo sconosciuto. Chissà cosa direbbero Fratoianni e Bonelli che in queste ore sbraitano per la richiesta ineccepibile del governo di "celebrazioni sobrie" in concomitanza con il lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, guardando un servizio andato in onda da "È sempre Cartabianca" martedì sera su Rete 4. Emilia Missione, cronista del programma condotto da Bianca Berlinguer chiede semplicemente ad alcuni ragazzi "cosa è il 25 Aprile?". La domanda è meramente storica, quasi nozionistica. Ma le risposte sorprendono un po' tutti. "Non so cosa sia...", risponde un adolescente. "Non sai che cosa è? Quanti anni avete?", ribatte la giornalista rivolgendosi a un altro gruppetto. "Abbiamo 16 anni". Altro giro, altro tentativo: "Cosa si celebra il 25 aprile?", è la domanda che viene posta a un altro ragazzo. E anche qui la risposta è molto, molto, confusa: "La liberazione dei tedeschi, no dei... dagli ebrei!". La cronista prova a dare una mano: "No, dagli ebrei no". La contro-risposta, se possibile, è tranchant: "Ma chi si ricorda...", taglia corto l'interrogato di turno. C'è chi prova ad aggrapparsi alla radice della parola "liberazione": "La liberazione di qualcuno... di qualcosa... non lo so". La giornalista dà qualche indizio: "Se ti dico la liberazione dal nazifascismo ti viene in mente qualcosa?".

La risposta è laconica: "No". Poi c'è chi si toglie di mezzo il compitino: "La liberazione dai fascisti no? Ci siamo?", afferma un ragazzo seduto al tavolino di un bar con il sorriso di chi ha superato un esame davanti alle telecamere. Un altro prova a dare una spiegazione allo scarso interesse che accompagna la sua generazione proprio sulle celebrazioni del 25 Aprile: "In tanti non lo festeggiano magari per ignoranza. Non sono tutti fascisti coloro che non lo festeggiano". Poi però si pente e allora ci mette una spruzzata di ideologia che ha il vago sapore dell'insulto: "Le due cose però spesso vanno a braccetto...". Il giro per le vie di Roma prosegue e alcuni 14enni brancolano nel buio: "È la festa della cosa, della cosa... dell'Italia, della Repubblica". E dopo lo strafalcione arriva anche una ingenua confessione: "Se a scuola ce lo hanno spiegato? Sto scoprendo solo ora che si fa ponte...". E così improvvisamente la discussione si sposta sugli insegnanti.

Una ragazza tuona: "La cosa non viene presa molto seriamente. I prof se ne fregano. Solo alcuni che sono esplicitamente di sinistra ne parlano in classe". Poi ci sono le amnesie. La giornalista di "È sempre Cartabianca" mostra a un ragazzo un manifesto sulle celebrazioni del prossimo venerdì: "Ti viene in mente qualcosa?". La risposta è chiara: "No, nulla. Magari a scuola ne hanno parlato, ma non ricordo niente". A questo punto c'è chi non vuol saperne di ciò che si celebra: "Io sto a casa, sto bene così...la Repubblica".  Ma il 2 Giugno è ancora lontano. Un altro ragazzino usa la fantasia: "Magari è la festa della liberazione dalla Repubblica". La cronista lo blocca: "No, liberarci dalla Repubblica no". Poi c'è chi ammette la realtà dei fatti: "Non è più sentita perché stiamo bene così e perché ci sentiamo lontani dai quei fatti e non c'è più il bisogno di celebrare la festa". Insomma a giudicare da questo breve "sondaggio" tra i giovanissimi il 25 aprile sarà sicuramente sobrio. Non sappiamo ancora se si potrà dire la stessa cosa tra gli adulti. Primo Minelli, presidente dell’ANPI provinciale di Milano non vuol rinunciare a nulla: "Non è chiaro cosa si intenda per sobrietà. La sensazione è che si stia usando la morte del Papa per ridimensionare il 25 aprile. Se qualche Comune dovesse cancellare le manifestazioni in programma per il 25 aprile sarebbe sbagliato. Mica ci mettiamo a ballare il valzer, le nostre manifestazioni sono sempre improntate alla sobrietà. Canteremo "Bella Ciao"". Già, non può mancare...

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25 aprile

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