Ci risiamo. Luigi Li Gotti ci riprova. L'avvocato, autore della denuncia per favoreggiamento e peculato in concorso che ha fatto scattare l’avviso di garanzia per la premier Giorgia Meloni, i ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo Piantedosi (Interno) e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, sul caso Almasri, non si arrende. Ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulita, il legale si sofferma sul referendum e sulla posizione del premier. Meloni ha detto che sarebbe andata al seggio ma non avrebbe ritirato le schede. Quanto basta a scatenare Li Gotti, l'avvocato dal passato politico.
"Io faccio un discorso giuridico - premette nella puntata in onda giovedì 5 maggio su La7 -. Domani sera a mezzanotte scatta il silenzio elettorale, per cui ogni manifestazione di propaganda è vietata. Nel momento in cui la presidente Meloni annuncia di andare al seggio e di fare il gran rifiuto delle schede, sa benissimo che sarà seguita dalle telecamere".
E ancora: "A mio parere la presidente Meloni diventa consapevole che sta facendo un gesto di propaganda per l'astensione, diventa un messaggio per gli elettori. E la propaganda elettorale, quando c'è il silenzio, è un reato". "E quindi, se succedesse?", lo incalza il conduttore. Li Gotti non attende a replicare: "È vero - cerca poi di raddrizzare il tiro - che si può fare, ma se a farlo è il presidente del Consiglio... È un reato".
#piazzapulita Referendum, Meloni non ritira schede. L'avv. Li Gotti: "Un gesto di propaganda, violerebbe il silenzio elettorale ed è un reato". https://t.co/N2X7i7Do40
— La7 (@La7tv) June 5, 2025