Vi proponiamo Tele...Raccomando, la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo
CHI SALE (L’Aria che tira / La7)
Una volta c’era Berlusconi che faceva il miracolo. Per tanti anni bastava imbastire una puntata contro di lui e gli ascolti salivano. Programmi come “Anno zero”, “Samarcanda”; “Ballarò”, “Il rosso e il nero” toccavano picchi del 25% di share con le telefonate di Silvio, i suoi strali, le sue attenzioni. Non è stato lo stesso con la Meloni, molto più defilata e istituzionale nello stile comunicativo. Ma ci ha pensato Trump, con le sue dichiarazioni a effetto all’ordine del giorno, a far la fortuna di talk e tg.
Lunedì Francesco Magnani, che ha preso il posto di David Parenzo al timone della versione estiva de “L’aria che tira” su La7, ha tenuto una media sul 7% di share con punte verso l’8% proprio in concomitanza del dibattito sul Presidente Usa riassunto dal titolo eloquente “Trump rivela: la pace in 24 ore? Scherzavo”. Ma in scaletta c’erano anche il Pride di Budapest, le polemiche sul riarmo e le discusse nozze di Bezos a Venezia. Partenza a razzo che fa ben sperare per il conduttore romagnolo. Magnani non ama lo stile gridato e punta spesso sull’ironia intelligente che colpisce nel segno.