E chi se ne frega? No, Maurino, stavolta la tua battuta non vale. Non è il tempo di ridere ma di commuoversi e basta guardare la faccia di Diego Abatantuono, suo collega ma prima ancora amico fraterno e compagno di nottate in giro per Milano e poi l’Italia. A Domenica In su Rai 1 Mara Venier gli chiede un ricordo di Mauro Di Francesco, scomparso la notte dello scorso venerdì a 74 anni. Un altro pezzo del cinema italiano degli anni Ottanta che se n’è andato.
«Con Maurino c’era una grande amicizia, durata negli anni. Poi lui ha avuto un po’ di problemi, aveva fatto una operazione. Però poi stava da Dio - spiega Diego, decisamente meno guascone del solito -. Stava molto bene, stava in campagna in Toscana. Stava benissimo, poi però succedono le cose più impensabili». «Come l’hai saputo?», domanda Mara. «Eh brutto... Ho ricevuto una telefonata dalla moglie, tardi. Tutti sanno che io faccio tardi e la prima telefonata lei l’ha fatta a me. Ho visto il suo numero e il suo nome sul telefonino e ho pensato che potesse essere successo qualcosa. Però una bastonata così... Ho delle foto in cui sono spariti tutti, una roba bruttissima questa qua». Davanti ai suoi occhi scorre una vita intera: «Ho passato con lui 55 anni. Abbiamo iniziato insieme a fare cabaret, ci siamo conosciuti al Derby; chilo conosceva sapeva quanto era speciale, la sua follia».
Eccola, quella foto in cui sono spariti quasi tutti: Enzo Jannacci, Giorgio Porcaro, Giorgio Faletti. Tutti giovani o giovanissimi, sorridenti, avevano poco o nulla in tasca ma la comicità italiana nelle mani. La voce non si incrina ma qualche pausa, qualche sospiro tradiscono l’emozione di Abatantuono. «Maurino era bellissimo... Non era altissimo ma era bellissimo», sorride. «Io ci ho fatto un film insieme, Chewingum. Non gli si poteva non voler bene», conferma la Venier. «Aveva una sua umanità. Io lo conoscevo proprio bene, anche quando esagerava era comunque un suo modo per contattare, per stare insieme», prosegue l’ex Terrunciello. La regia mostra una loro foto in bianco e nero. «Guarda che roba, quando passi tutta la vita con una persona. Ultimamente ci si vedeva un po’ meno. Avevamo fatto un film, io ero alla regia, con lui e con Ninì Salerno. Era bravo, si era impegnato. Era tutto gasato, gli avevano dato la gestione di un teatrino, mi aveva telefonato, era tutto entusiasta. Vabbè, cacchio dai, non so cosa dire».